Orrori ed errori: rimandato l’inizio degli spettacoli per il Circo dello spavento

Tra accuse di plagio e problemi burocratici di cessione di nulla osta si rinvia a data da destinarsi l’avvio del Circo degli Orrori, lo spettacolo che mescola cinema, comicità e abilità corporee


Sfortunato il Circo degli Orrori che in questi giorni sta promuovendo la campagna per lo spettacolo Infierno, che dovrebbe partire a Roma domani, il 13 marzo. Diciamo “dovrebbe” perché la compagnia sta andando incontro a un problema dietro l’altro fin da quando, un mesetto fa, è comparsa sui muri delle metropolitane e per le strade della Capitale la prima affissione dove il volto minaccioso del ‘ringmaster’, truccato come un ibrido tra Satana e Nosferatu, invitava il pubblico a partecipare al ‘nuovo spettacolo’. Il che lascerebbe presumere ce ne fosse stato uno precedente. Che in effetti c’è stato, lo scorso anno, e ha ottenuto un grandissimo successo. Quindi tutti hanno pensato che si trattasse del suo ‘seguito’. Ma le cose non stanno esattamente così, o almeno, non del tutto. Cerchiamo di fare chiarezza.

Lo spettacolo dello scorso anno (Circo de los Horrores, in spagnolo) era organizzato da una compagnia iberica capitanata dal capocomico Suso Silva. Un mix di citazioni cinematografiche, spavento, abilità tecnica e comicità che aveva conquistato il pubblico italiano registrando incassi da record grazie alla produzione della nostrana Zoppis Productions. Che ora si è appropriata del format, finendo accusata di ‘plagio’ dai concorrenti spagnoli. Una polemica che rimbalza per la rete da qualche settimana e che – considerato che già da vent’anni esiste un ‘Circus of horrors’ inglese dai connotati molto simili, e che nel frattempo, sebbene con minor clamore, molti altri ‘circhi dell’orrore’ sono comparsi in giro per l’Italia, primo fra tutti lo show  allestito dai Montemagno, dal titolo ‘Phobia’ – avrebbe trovato risoluzione solo nel riscontro dell’effettiva qualità dello spettacolo offerto (attestato che certamente gli Zoppis sono una famiglia di circensi con grande e indiscutibile esperienza nel settore).

Ma purtroppo, per ora, i giochi sembrano rimandati a data da destinarsi. Qualcosa lo avevamo già intuito dallo spostamento improvviso del luogo previsto per l’allestimento: dallo Stadio Flaminio, dove già si era esibito il Circo de los horrores, al Teatro Tenda in via di Tor di Quinto. Si è tenuta comunque una conferenza stampa di presentazione con un paio di sketch, c’è da dire, piuttosto coinvolgenti. Il tema ‘infernale’ si intuisce dalla presenza di un demonio mascherato e canuto di nome Caronte, che con voce tonante e battendo un bastone sul palco (non siamo nemmeno nell’area del circo, ma nel foyer) gioca a far paura ai presenti. Poi arriva il ringmaster truccato da Diavolo e presenta un’anima dannata, che irrompe alle spalle degli spettatori provocando spavento, scompiglio e risate. E’ uno zombie, ma anche un abile acrobata che si arrampica su una croce ferrata e compie evoluzioni e contorsioni degne di nota strappando anche un sentito applauso. Poi è la volta di due clown macabri ed equivoci, che interagiscono direttamente con il pubblico. Sputacchiano in un fazzoletto, ci provano con le donne ma poi palpeggiano (amichevolmente e senza risultare davvero invadenti) gli uomini. Schifezze, parolacce e risate. E altri applausi. Poi purtroppo la festa si interrompe.

Sale sul palco il rappresentante dell’ufficio stampa Francesco Puglisi che annuncia: “Sarebbe stato un bello spettacolo, ma purtroppo non si farà, almeno per ora”. Motivo? Il Comune non ha concesso le autorizzazioni. Allo Stadio Flaminio, pare, il motivo nasce dalle proteste degli operatori di un vicino mercato rionale, che già lo scorso anno, con la presenza del Circo spagnolo, avevano lamentato problemi di natura non meglio specificata. Di qui la decisione di spostarsi in fretta e furia nella nuova location, con l’autorizzazione ancora in sospeso. “Mentre montavamo– spiega il tour manager Efisio Martis – sono arrivati i carabinieri che ci hanno tenuto a sottolineare che il posto era di proprietà del comune. Benissimo, allora ci concedano l’autorizzazione. Se allo Stadio Flaminio non è possibile, lo facciamo qui, o in un altro luogo, ma non possiamo perdere tutti questi soldi solo per un problema burocratico. In questa struttura non c’è nessuno a cui possiamo dare fastidio, e l’area è agibile, perché già ci hanno montato altre strutture per altri spettacoli. Non la vogliamo mica gratis. Pagheremo l’occupazione di suolo pubblico, però prendano in fretta una decisione. Noi avevamo avuto tutte le garanzie necessarie. Gli Zoppis non sono pazzi, a investire centinaia di milioni di euro senza essere sicuri di poter allestire. E poi sono quattro fratelli, anche ammesso che siano impazziti in due, gli altri due li avrebbero fermati. Questo per dire che anche se manca il pezzetto di carta, non si può mandare a monte una produzione per un problema burocratico”. Interviene anche il presidente dell’ente nazionale circhi Antonio Buccioni: “questa non è una roulottina con una macchina, ma una città viaggiante, costituita da contribuenti e imprenditori che pagano le tasse. Ma è una storia tipicamente romana: quest’area entra in vista dell’attenzione pubblica in vista dei campionati di calcio del 1990, e non ha ancora trovato titolarità. In Germania – pensiamo all’Oktoberfest – o in Spagna le compagnie sanno dove lavoreranno e per quanto con un anticipo di anni. Qui non si riesce a saperlo neanche a pochi giorni dall’inizio”. Tutto annullato quindi? “Restiamo in prevendita – dice ancora Martis – magari tarderemo, ma lo spettacolo si farà, si deve fare. Come si è ceduto il Circo Massimo ai Rolling Stones e si è trovato lo spazio per girare 007, e ben venga, per carità, anche noi abbiamo diritto al nostro spazio. Ci sono le aree, le facessero fruttare”.

http://www.circodegliorrori.com/  

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12 Marzo 2015

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