CANNES – La giornata del ministro Lorenzo Ornaghi al festival del cinema inizia di buon’ora con l’incontro con la sua omologa francese Aurélie Filippetti. “Un incontro istruttivo e utile”, l’ha definito il professore che ha sostituito Giancarlo Galan al MiBAC. La neoministra di Hollande, fiera delle sue origini umbre, ha subito espresso concreta solidarietà – leggi disponibilità ad aiutare – ai Comuni emiliani colpiti dal sisma che ha provocato, oltre a lutti e drammi umani, anche ingenti danni al patrimonio storico e artistico. Ma il lavoro comune si estenderà al cinema, sulla cui promozione i francesi sono maestri, con istituzioni come il CNC e Unifrance e ingenti investimenti. “La Francia è considerata il paradiso delle risorse, lavoreremo insieme”, ha ammesso Ornaghi.
Che ha incontrato la stampa all’Hotel Majestic in occasione del lancio di Italia in Luce, la nuova struttura per la promozione del cinema, del territorio e del prodotto italiano all’estero per un valore di 5 milioni di euro a cui partecipano Istituto Luce-Cinecittà (che proprio a Cannes debutta in qualche modo ufficialmente), Anica e quattro ministeri: Beni culturali, Sviluppo Economico, Esteri e Turismo. Pubblico e privati una volta tanto agiranno di concerto con un’idea di made in Italy di cui il cinema è soggetto e non puro veicolo. Come hanno spiegato Riccardo Tozzi, presidente Anica, Rodrigo Cipriani, presidente Luce Cinecittà, l’ambasciatore Maurizio Melani del ministero degli Esteri, Paolo Rubini dell’Enit, Roberto Luongo dell’Ice. In sala alcuni tra i più importanti produttori e distributori italiani: Fulvio Lucisano, Paolo Ferrari, Richard Borg, Tilde Corsi, Giampaolo Letta, Angelo Barbagallo, Paolo Del Brocco, Lionello Cerri, Grazia Volpi. Ma anche il nuovo direttore generale del Festival di Roma Lamberto Mancini, Giancarlo Giannini, Marcello Foti ed Enrico Magrelli, di Csc e Cineteca Nazionale, Luigi Cuciniello della Biennale di Venezia, il dg cinema del MiBAC Nicola Borrelli.
Riassume Roberto Cicutto, ad di Luce Cinecittà : “Il cinema deve diventare un’eccellenza del made in italy”. “La società di via Tuscolana – prosegue il ministro Ornaghi -svolgerà sempre più attività di servizio generale come soggetto che affianca l’industria del cinema, ma non compete sul mercato”. Apprezzamento da parte del ministro anche per l’archivio Luce, che concorre alla candidatura Unesco come patrimonio dell’umanità. Poi l’analisi della situazione attuale: “Il momento è difficile, per l’Italia, l’Europa, l’Occidente”, ha detto Ornaghi. Al di là dei buoni risultati di un decennio virtuoso, come indicato da Tozzi e che si riassume in una quota di mercato dei film italiani al 40%, 150 film prodotti e la presenza di qualità nei maggiori festival internazionali, le prosepttive non sono rosee, come dimostra lo stallo di Medusa. “Siamo all’osso – dice Ornaghi – e tagliare ulteriori risorse sarebbe bloccante. Quindi posso dire che non intendiamo procedere a tagli sulle attività culturali in generale”. Ma Ornaghi dà anche un annuncio gradito all’industria: “Il tax credit sarà stabilizzato, con cicli di quattro anni, affinché il cinema esca dalla situazione di aleatorietà per cui ogni anno non si sa cosa accadrà l’anno dopo”. Quindi un cenno alla pirateria, che che Tozzi ha definito nel suo intervento “devastante” facendo esplicitamente appello a un rapido intervento della politica. “Raccolgo il suggerimento, bisogna accelerare i tempi dei diversi disegni di legge”. Infine una inevitabile domanda sulla guerra dei festival: “Ho fatto valere un principio generale: ferma restando la specificità di Roma e Torino, esiste l’interesse generale del cinema italiano, spero che prevalga”. Nel pomeriggio il ministro ha portato il suo saluto a Bernardo Bertolucci, fuori concorso al Festival con Io e te.
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