La Cineteca Nazionale celebra il talento poliedrico di Elio Pandolfi in occasione dell’uscita in libreria di un suo divertente libro di memorie, cinematografiche e non, curato con passione da Caterina Taricano.
«Elio Pandolfi è stato protagonista di tutto lo spettacolo italiano del Dopoguerra. I suoi ricordi parlano di cinema, di varietà, di radio, di televisione, di doppiaggio e di operetta. In quest’autobiografia leggera e divertente, il poliedrico artista romano racconta tutto di sé: dall’infanzia – quando recitava Biancaneve e i sette nani nella piazza del paese – all’ingresso all’Accademia d’arte Drammatica, dalle prime esperienze artistiche al successo in radio e in teatro con l’operetta, fino al doppiaggio (tra cui quello de La dolce vita di Fellini). E tra le tante soddisfazioni, non nasconde i “no” ricevuti, le amarezze, le mancate occasioni di interpretare ruoli drammatici per il pregiudizio e la scarsa lungimiranza di alcuni produttori. […] Leggere il suo racconto è anche fare un viaggio nel tempo: si parla del Fascismo, della fame del Dopoguerra, del boom economico e dell’avvento della televisione. Ultranovantenne, Pandolfi sa ancora dare spettacolo, perché Elio Pandolfi è lo spettacolo» (dalla quarta di copertina del libro di Elio Pandolfi ‘Che spettacolo!’, a cura di Caterina Taricano, Gremese, 2018).
La giornata si articola in quattro tempi, con tre proiezioni e un incontro:
ore 16.30 – Altri tempi – Zibaldone n. 1 di Alessandro Blasetti (1952, 126′)
«Mi chiamò Alessandro Blasetti per l’unico film veramente bello della mia vita: Altri tempi – Zibaldone n. 1, pellicola tutta ispirata alla novellistica ottocentesca e ricordata soprattutto per il celebre episodio “Il processo di Frine”, in cui, in onore della protagonista Gina Lollobrigida, viene coniata l’espressione “maggiorata fisica” […]. Anche il mio episodio, “Pot-pourri di canzoni”, non era male. Recitavo accanto a Barbara Florian; la nostra era la storia di una coppia di sposini che si conclude con la partenza del marito per la guerra, dalla quale forse non ritornerà» (Pandolfi).
ore 18.45 – Ferdinando e Carolina diLina Wertmüller (1999, 108′)
«Il caso di Ferdinando di Borbone mi è sembrato particolarmente interessante, perché lo era anche il travagliatissimo momento storico in cui gli è capitato. […] Riuscire a realizzare, con un budget limitato, un film in costume, rappresentandovi il massimo della ricchezza e dello splendore di una delle corti europee più fastose del Settecento com’era quella di Napoli, tra cortigiane, dame, armigeri, caccie feste e anche un magnifico matrimonio, è un’impresa apparentemente impossibile, per chiunque non abbia l’aiuto di Enrico Job e dei suoi collaboratori. […] La riuscita del film la devo anche ai giovani attori che ho scelto. […] La sceneggiatura l’ho scritta insieme a Raffaele La Capria e con lui abbiamo approfondito molto il background storico della corte dei Barbone di Napoli. Il film, naturalmente, non raccontava solo il “magnifico regal matrimonio” ma si estendeva anche a quella parte della vita di Ferdinando e Carolina che fu travolta dalle tragedie dei tempi difficili nei quali regnarono» (Wertmüller).
ore 20.45 – Incontro moderato da Steve Della Casa con Elio Pandolfi, Laura Delli Colli, Claudio De Pasqualis, Caterina Taricano
Nel corso dell’incontro sarà presentato il libro.
A seguire Per qualche dollaro in meno di Mario Mattoli (1966, 98′)
«La mia rivincita al cinema me la presi quando un regista […], Mario Mattoli, mi volle a tutti i costi nella parte di un rude messicano in Per qualche dollaro in meno, una divertente parodia degli “spaghetti-western” di Sergio Leone. Io a mia volta imitavo Gian Maria Volonté. Altro che effeminato. Ero molto macho con la mia abbronzatura e la mia barba lunga» (Pandolfi).
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