Oltre il tax credit: comunicazione, leasing, stabilità


VENEZIA – Un recente provvedimento che introduce la figura del Tax Credit a favore delle società “esterne” al settore cinematografico che intervengono finanziariamente nell’attività di produzione di film nazionali italiani, oltre a rappresentare un’indubbia spinta all’investimento nel cinema italiano (per i benefici fiscali che ne derivano) costituisce un grande veicolo di comunicazione di prodotti, servizi e marchi commerciali. Ma come si fa a far capire a un’impresa che non conosce il settore cinematografico come e perché l’audiovisivo costituisce un investimento interessante? Non parliamo solo di banche o di grandi investitori che già hanno avuto modo di sperimentare il ritorno d’immagine e in alcuni casi, anche il guadagno che garantisce questo tipo di esperienza, ma di realtà medio-piccole che non conoscono i possibili vantaggi del cosidetto ‘tax credit esterno’.

Ecco allora che nasce una nuova funzione professionale, che funge da ‘ponte’ tra queste imprese e il mondo del cinema, fornendo loro gli strumenti per capire a fondo questo tipo di investimento e ragionare con criterio sulla possibilità di applicarlo. Aleteia Communication, che si occupa di comunicazione, non solo si propone di coprire questo ruolo, ma è entrata direttamente nel vivo investendo sul film E’ stato il figlio di Daniele Ciprì, in concorso alla 69ma Mostra, per capire bene come funziona questo strumento e poter poi fornire ad altri il ‘know how’ acquisito nel corso dell’esperienza. A rappresentare la società oggi al Lido, nello Spazio Luce Cinecittà , durante l’incontro Oltre il tax credit, ci sono il presidente Mauro Luchetti e il direttore generale Giovanni Parapini, introdotti dal padrone di casa Roberto Cicutto, amministratore delegato di Luce Cinecittà , e accompagnati da Patrizia Rutigliano presidente di Ferpi (che rappresenta i professionisti che operano nelle Relazioni Pubbliche) e dall’avvocato Guendalina Ponti, che ha seguito, tra l’altro, l’applicazione del tax credit di BancaIntesa sul This Must Be the Place di Paolo Sorrentino.

“Trovo molto importante questo tipo di iniziativa – dice Cicutto –  e spero che altri possano seguire l’esempio di Aleteia in quella che è una declinazione nuova di accesso alle nuove normative sul tax credit e le agevolazioni fiscali, che assumono tanta più importanza quanto meno vengono investiti fondi pubblici. Cosa che personalmente non trovo poi così scandalosa, purché si venga a costituire una filiera di strumenti alternativi di cui questo può essere un ottimo esempio”.

“Abbiamo viaggiato su due velocità – racconta Luchetti-  la prima è stata quella degli imprenditori: abbiamo deciso con i produttori di investire col tax credit sul film di Ciprì, e l’applauso che lo ha accolto ieri alla presentazione in sala ci ha lasciati naturalmente estremamente soddisfatti. Abbiamo imparato molto con questo intervento, in termini di aspetti tecnici, ci si è aperta una porta su un mondo sconosciuto. Inoltre, noi ci occupiamo di comunicazione, dunque è nostra intenzione proporci come consulenti per aziende che vogliano investire nella medesima direzione, vogliamo capire se c’è uno spazio e se ci sono investitori disposti a prendere il cinema in considerazione. Stiamo pensando di porci come agenzia a supporto, che faccia da legame tra le aziende e il mondo del cinema, utilizzando anche un portale online di incontro tra aziende e produttori. Bisogna però trovare un progetto che abbia una valenza economica forte, perché è difficile spiegare a un imprenditore come funzionano le norme e perché convengono. Ancora si fa spesso confusione con il product placement”.

“Noi raggruppiamo i professionisti della comunicazione – spiega Patrizia Rutigliano – dunque anche chi offre servizi alle aziende. Le aziende hanno un budget e questo è un investimento. E in un momento in cui le aziende tagliano i budget, ci sarà sempre meno investimento in pubblicità, e sempre più in tutto ciò che è trasversale. Dobbiamo dar loro lo strumento per capire se e perché questo investimento ha senso. Lo faremo attraverso un tavolo operativo messo in piedi con l’Anica, mettendo insieme i soggetti interessati e presentando dei format con formule precostituite e tool a disposizione delle aziende, reperibili sui siti con richieste semplici. C’è un accordo con Confindustria per coinvolgere le piccole e medie imprese. E’ più difficile di quel che sembra perché ogni regione ha le sue realtà, ci sono regioni ricche, con molte possibilità di investimento, ma i cui imprenditori non conoscono minimamente la possibilità di investire in questo modo. Cominceremo a ottobre, con regioni campione, la Campania, l’Abruzzo e anche l’Emilia Romagna, dove si cerca di risollevarsi dopo il sisma, fornendo strumenti di facile accessibilità. Lo consideriamo un facilitatore e un acceleratore del processo. Certo, non possiamo far tutto da soli, ma non potevamo non essere presenti”.

A Guendalina Ponti compete entrare nel dettaglio degli aspetti più tecnici: “Si tratta di benefici fiscali dice parliamo naturalmente di aziende che non hanno nel cinem ail loro ‘core business’. Con il film di Sorrentino BancaIntesa ha avuto un ritorno ma anche e soprattutto una grande visibilità. Il tax credit esterno consiste in un investimento che per ogni impresa ed esercizio non può eccedere i due milioni e mezzo, con un credito di imposta del 40%. La cifra è a scelta dell’investitore, il contratto prevede la possibilità di garantire il recupero del 60% della cifra a rischio dell’investitore. Fiscalmente, non è considerato utile ma investimento fino al recupero dell’apporto. E si suggeriscono corridoi prioritari per il recupero individuando i proventi più sicuri a seconda del tipo di film, ad esempio, le vendite all’estero piuttosto che in Italia. Naturalmente, poi, c’è il ritorno d’immagine: nei titoli di testa il primo o il secondo cartello recita sempre ‘in collaborazione con…'”.

Nel pubblico c’è un ospite speciale, Luigi Abete, che interviene in qualità di presidente di BNL: “Quel che è fondamentale ora – dice – è garantire la perpetuità della norma, che deve essere organizzata in modo da potersi autofinanziare. Non è sufficiente rinnovarla per i prossimi 4 o 5 anni, perché alcune operazioni, come l’attrazione degli investimenti esteri, rischierebbero di risultare limitate proprio dalla temporaneità delle norme. Noi come BNL, dal 2008 abbiamo partecipato a una ventina di film, 6 o 7 all’anno, con un investimento nell’ordine di cinquecentomila euro. Ora stiamo cercando di capire se la norma si può applicare ad altri soggetti del gruppo, ad esempio per poter intervenire con la società che opera nel leasing. Il vantaggio sostanziale alla fin fine va al prodotto. Sì, in alcuni casi abbiamo anche guadagnato, ma non cifre che abbiamo modificato radicalmente il trend dell’azienda. Il vantaggio è che se investo 100, rischio 60. Sul contratto si calcola il tutto come se il prodotto di fatto godesse di esenzione. Certo, un conto è una banca, un altro un privato. La banca ha un’apertura di valutazione molto più ampia, ma se apriamo il tetto, possono intervenire banche più piccole, che altrimenti avrebbero difficoltà. Non parliamo di finanziamento, certo, ma di investimento. Ma il problema è alzare il livello medio di investimento del singolo prodotto, altrimenti, fatti salvi i casi rari di film di enorme successo, tutte le altre medie e piccole produzioni, prodotti buoni e onesti, non supereranno mai una certa soglia perché hanno un budget troppo basso. Ma se anche le banche popolari inizieranno a usare il tax credit allora la soglia si alzerà. Prodotti di dimensione minima diventeranno di dimensione media, magari utilizzabili sul mercato europeo. L’importante, è che la norma non si complichi, magari nel tentativo di perfezionarla, e soprattutto, che il rinnovo diventi automatico”.

“E in questo senso – conclude Cicutto – sia il ministro Ornaghi che il ministro Passera ci hanno rassicurati. Il tax credit sarà stabilizzato”.

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02 Settembre 2012

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