CANNES – Racconta quello che conosci: il tipico consiglio che viene dato a qualunque narratore in erba è preso alla lettera dai registi dello star system francese. Dopo il successo mondiale della serie Chiama il mio agente! (Dix pour cent), ambientata in una agenzia artistica per attori, nell’anno in cui a Cannes apre fuori concorso il film Coupez! di Michel Hazanavicius – anch’esso ambientato su un set -, anche Olivier Assayas decide di presentare, nella categoria Cannes Premiere, la sua nuova serie Irma Vep, remake di un suo stesso film del 1996.
Chi ricordasse l’omonimo lungometraggio presentato a Un Certain Regard al 49mo Festival di Cannes, saprà che la trama gira tutta intorno a una celebre attrice di blockbuster che viene chiamata a realizzare un remake del classico francese Les Vampires di Louis Feuillade, interpretando il ruolo che rese iconica la diva Musidora, quello della ladra Irma Vep. Mentre nel ’96 la protagonista era l’attrice cinese Maggie Cheung, ex moglie del regista, qui il ruolo è affidato alla popolare attrice statunitense Alicia Vikander, vincitrice di un Oscar nel 2016 per il suo ruolo da non protagonista in The Danish Girl.
Insomma, Irma Vep è una serie remake di un film in cui si gira una serie remake di un film. La sua protagonista è una diva di Hollywood in una produzione francese chiamata a interpretare una diva di Hollywood in una produzione francese. Sì, la faccenda è intrigata proprio quanto sembra e Assayas ne è perfettamente consapevole, trasformando la serie prodotta da OCS e HBO in un gioco di specchi meta-cinematografico in cui rappresentare se stesso e il mondo che lo circonda. La serie è ricca di continui inside joke e riferimenti al mondo dello spettacolo francese e americano, risultando un felice esempio di satira e, soprattutto, di auto-ironia. Le contraddizioni, i vizi e le fragilità di attori e registi privilegiati vengono sbeffeggiati con misura e tatto, senza mai eccedere nel grottesco.
A svolgere il ruolo di alter ego di Assayas è il brillante Vincent Macaigne, nei panni di René Vidal, un regista scontroso, misantropo e dipendente dagli psico-farmaci, che a causa dei sui atteggiamenti rischia di far saltare la produzione della serie. Nonostante ciò, a lui sono affidate alcune delle scene più divertenti e riuscite della serie. René, definito “pazzo, ma in modo buono”, è un uomo problematico ma genuino. Consapevole dei suoi tanti difetti, è spinto da una passione autentica per il suo lavoro e per il cinema. Un personaggio così riuscito che, da spalla comica, rischia di attirare a sé le luci dei riflettori, un po’ come è avvenuto al suo omonimo nella serie italiana Boris.
Dall’altra parte, infatti, il personaggio della protagonista Mira (non a caso anagramma di Irma) sembra leggero e inconsistente tanto quanto il vestito di velluto che le viene ricamato per interpretare il ruolo della ladra. Motore pulsante della sua storyline è una delusione d’amore da manuale: il suo ex-marito, un famoso regista di Hollywood, si è appena sposato con l’ex assistente di Mira, con cui lei aveva una relazione e di cui è ancora chiaramente innamorata. La fuga a Parigi sullo strampalato set di René, che risponde all’esigenza di rinnovarsi artisticamente, coincide con un possibile ritorno di fiamma con l’ex-amante. Al tempo stesso Mira, è al centro delle attenzioni amorose di tanti altri personaggi, maschili e femminili. Una trama da soap-opera che solo il tocco delicato e l’ironia di Assayas trasformano in una commedia piacevole dal sapore internazionale.
La serie debutterà su HBO il 6 giugno e su OCS il 7 giugno.
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