Eros Puglielli, enfant prodige del corto italiano, 31enne, autore del quasi paranormale Tutta la conoscenza del mondo, tenta la carta del cinema di genere con Occhi di cristallo, un thriller malsano e angosciante in cui un serial killer si fa beffe dell’ispettore Luigi Lo Cascio lasciandogli messaggi di morte da decifrare. Prodotto da Cattleya e Rai Cinema, il film, che esce il 26 novembre con 01 Distribution, insegue infatti un sogno più volte teorizzato da Carlo Macchitella, “ricominciare a fare il genere in Italia”.
“Adesso tutti ne parlano bene perché, secondo il teorema di Flaiano, tutti corrono in soccorso al vincitore. Addirittura – riflette Macchitella – c’è stata una retrospettiva a Venezia per incoronare i re della serie B, mentre negli anni ’70 i critici le sparavano addosso”. Anche adesso qualcuno storce il naso, eppure il noir tira. “Pensiamo di venderlo in tutto il mondo”, rivela Marco Chimenz di Cattleya. “C’è stato un tour asiatico, è la TF1 International a occuparsi delle vendite fuori Italia e ci ha assicurato ottime prospettive”.
Occhi di cristallo, girato in Bulgaria, sia per ridurre i costi, sia per creare una città neogotica, gode anche di una coproduzione spagnola ed è spagnola la coprotagonista Lucia Jiménez. Per Luigi Lo Cascio, Coppa Volpi per Luce dei miei occhi, psichiatra libertario in La meglio gioventù e terrorista dallo sguardo impenetrabile in Buongiorno, notte, l’esperienza è stata affascinante. Finalmente diversa dal solito. “Non mi sono posto il problema del genere se non in termini di divertimento, gli attori sono come bambini che giocano a guardia e ladri o indiani e cowboy, però ho riflettuto sul valore simbolico del giallo, che in fondo attraversa tutta la storia della cultura occidentale come indagine dell’uomo sull’uomo. Da Edipo al Pasticciaccio di Gadda fino ai miei amati conterranei, i siciliani Sciascia e Camilleri, il giallo passa attraverso i segni opachi di cui è costellato l’universo”. L’ispettore Amaldi nasconde un segreto, un trauma che l’ha portato a rinchiudersi in se stesso. “Indossa sempre un impermeabile – racconta Lo Cascio – una felice intuizione della costumista che rende bene l’idea della sua impermeabilità al reale. Infatti è un personaggio separato dal mondo, che crede di aver chiuso i conti con se stesso”.
Per Puglielli, oltre alla traccia del romanzo di Luca Di Fulvio, L’impagliatore (Mursia), c’è stata la suggestione di un fumetto molto amato da ragazzino, Dylan Dog. “Mi hanno spesso accusato di raccontare cose inverosimili, cose che non esistono; io invece spero che presto avremo un cinema italiano fatto di fantascienza, thriller, horror, surreale, e della mescolanza di generi, per esplorare tutte le potenzialità possibili”.
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