Riuscirà il sequel a ripetere il successo di Benvenuti al Sud con i suoi 30 milioni di incasso? Due anni fa la commedia popolare di Luca Miniero, remake del successo francese di Dany Boon, arrivò nelle sale a inizio ottobre. Oggi Benvenuti al Nord, in sala da mercoledì 18 gennaio con più di 800 copie, esce dopo la crisi evidente del cinepanettone Filmauro e del film di Pieraccioni, in un momento di calo generale delle presenze. Non è scontato che il prodotto di Medusa e Cattleya, sceneggiato da Fabio Bonifacci e non più da Massimo Gaudioso, ripeta quell’inattesa performance. E comunque Miniero, convinto che il sequel sia più comico e più profondo, non è disponibile a firmare un futuro Benvenuti al Centro. “Sto invece pensando alla prossima commedia, da un soggetto originale, che parlerà del rapporto tra città e campagna”.
E sereno rispetto al box office è Claudio Bisio, cioè Alberto il funzionario delle Poste italiane finalmente trasferito a Milano, ora in crisi coniugale con Silvia (Angela Finocchiaro) e i suoi timori delle polveri sottili. “Questa volta non ci sono i rischi del remake e Miniero mi ha fatto riscoprire una Milano rimossa, quella sopravvissuta delle case di ringhiera al quartiere Isola, mentre sullo sfondo domina una moderna piccola Manhattan”.
E’ lì che si ritrova, per un errore dei suoi colleghi dell’ufficio postale di Castellabate, Mattia (Alessandro Siani), il meridionale un po’ indolente in rotta di collisione con la moglie Maria (Valentina Lodovini) ora diventata mamma. Mattia partirà con tanto di passaporto da mostrare al casello autostradale, valigie colme di scorte alimentari e un carico di pregiudizi sui milanesi: la fretta, l’atteggiamento inospitale, il perfezionismo e l’operosità. Per fortuna i luoghi comuni avranno di nuovo la peggio, il meridionale e il settentrionale si scopriranno più simili di quel che pensavano e impareranno qualcosa dalla loro amicizia: Mattia diverrà più responsabile e Alberto più leggero.
Pregiudizi antichi che il regista Miniero ha anche smontato nel suo recente “Napoli-Milano da casello a casello”, libro comico sulle sue avventure di napoletano emigrato prima nella città della Madonnina, poi a Roma e alal fine diventato fiorentino per scelta. “Nel film mostro due differenti città: la Milano cosiddetta produttiva contrapposta a quella del cuore, delle vecchie latterie sommersa dal cemento e dai grattacieli”. Una Milano con tanto di citazione della famosa sequenza dell’arrivo di Totò e Peppino alla stazione Centrale, anche perché Miniero è un estimatore del film del famoso comico diretti da Camillo Mastrocinque. “Il meridionale quando arriva al Nord si porta appresso quel complesso di inferiorità sociale e senso di inadeguatezza che gli fa portare con sé anche la moka, convinto che il caffè sia buono solo a Napoli. Solo dopo un po’ scopre le opportunità di crescita non solo professionale”.
Per Siani Benvenuti al Nord ha il pregio di non essere una commedia volgare o troppo grottesca che crea un mix di risata e sentimento. “Mattia è il simbolo di noi meridionali che portiamo al Nord la nostra umanità”.
Paolo Rossi, new entry, è Palmisan, tagliatore di teste e ideologo di un neo efficientismo azindale. “In verità volevo fare l’ex ministro Brunetta, ma durante le riprese al grattacielo Pirelli i metalmeccanici della Fiom che lì protestavano vedendomi vestito di cachemire e rolex hanno subito pensato a Marchionne. Per assomigliare mi sono tagliato capelli e barba, ma lui nel frattempo se li è fatti crescere!!”.
Da ricordare gli altri interpreti come Nando Paone, Teco Celio, Giacomo Rizzo, Nunzia Volpe. E soprattutto Salvatore Misticone nei panni dell’anziano meridionale Scapece, protagonista di un mitico e irripetibile duetto nei rispettivi dialetti con la suocera settentrionale di Bisio/Alberto, altro ruolo di Angela Finocchiaro.
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