Il triestino ShortTS, dal 28 giugno al 6 luglio, annuncia i titoli della sezione “Nuove Impronte”, dedicata alla ricerca delle opere del cinema italiano emergente.
Dalla commedia allo sport movie, dal dramma sociale al documentario d’autore: 11 registi italiani non ancora affermati al grande pubblico, ma apprezzabili per coraggio e talento, spaziano tra i generi, proponendo le proprie opere alla giuria composta dal regista Alessio Cremonini, autore di Sulla mia pelle, dalle attrici Sara Serraiocco ed Elena Cucci, dall’attore Vinicio Marchioni, e da Gianluca Guzzo, AD e co-founder di MYmovies.
“Mai come quest’anno – commenta Beatrice Fiorentino, curatrice della sezione, nonché critica e giornalista – la selezione ha abbracciato un così ampio spettro di generi e di toni. Tale varietà è tenuta insieme dall’impegno, comune a tutti i registi e le registe, di osservare e interrogarsi sulla complessità del presente. Quella che sembra voler emergere a tutti i costi è un’Italia bella, inclusiva, altruista, che non ha alcuna intenzione di arrendersi al cinismo e all’indifferenza dilaganti. Un’Italia che, nonostante le difficoltà, crede ancora nel rispetto, nell’amicizia e nell’amore”.
I film in Concorso nella sezione “Nuove Impronte” sono:
The world is flat (2018) di Matteo Carrega Bertolini, in anteprima italiana a Trieste. Nel suo film d’esordio ambientato a Parigi, il regista, nato nel 1990 e cresciuto tra Francia, Svizzera e Italia, racconta l’amicizia tra Jean e Antoine, alle prese con le incertezze della vita. Un’opera intima e personale, un buddy-movie che rende tributo all’indimenticabile stagione della Nouvelle Vague.
Beautiful things (2017) di Giorgio Ferrero e Federico Biasin: primo film diretto dal compositore Ferrero e dal direttore della fotografia Biasin, che insieme danno vita a un’opera potente e visionaria, una sinfonia di immagini e di suoni per raccontare l’ossessione consumistica nel mondo contemporaneo.
Bangla (2019) di Phaim Bhuiyan. Per il suo debutto sul grande schermo, Bhuiyan, qui nelle vesti sia di regista che di attore protagonista, sceglie il linguaggio della commedia dai tratti autobiografici per raccontare la quotidianità di un giovane musulmano che vive con la famiglia a Torpignattara, quartiere multietnico di Roma.
Selfie (2019) di Agostino Ferrente, un documentario fatto interamente di sguardi, che rimette in gioco la teoria delle immagini. Il regista chiede a due sedicenni del rione Traiano di Napoli di raccontarsi con lo smartphone, negli stessi luoghi in cui, nell’estate del 2014, il giovane Davide Bifolco trovò la morte per mano di un carabiniere che lo aveva scambiato per un latitante.
Il campione (2019) di Leonardo D’Agostini, lungometraggio d’esordio che racconta il calcio come metafora di vita e lo sport come occasione di riscatto. Un’amicizia speciale che unisce i protagonisti Stefano Accorsi e il talentuoso Andrea Carpenzano.
Fiore gemello (2019) di Laura Luchetti, un film che parla di amore, esilio e della ricerca di una vita altrove. Protagonisti Basim e Anna, due sopravvissuti: lei in fuga dalle violenze di un uomo, lui scappato in Italia dalla Costa d’Avorio. Un’opera on the road al tempo stesso aspra e delicata.
Storia dal qui (2018) di Eleonora Mastropietro, nata a Milano. L’autrice compie un viaggio a ritroso alla scoperta delle sue origini. Parte per Ascoli Satriano, nell’entroterra pugliese, comune da cui provengono i suoi genitori. Attraverso il genere documentario e un uso spericolato del dispositivo, la regista cerca di dare un’immagine a questa terra per lei sconosciuta.
Dulcinea (2018) di Luca Ferri, un cineasta sperimentale dall’impronta surrealista, che sceglie i personaggi di Dulcinea e Don Quixote come immagini archetipiche di un’altra possibile storia: il racconto di un uomo e una donna, di un desiderio che non si realizza, di un’ossessione senza speranza. Primo titolo di una trilogia in interni, girato in 16mm, con lo sguardo puntato alle solitudini e ai feticci del cinema di Ferreri e Buñuel.
Ricordi? (2019) di Valerio Mieli. Dopo Dieci inverni, torna a parlare di coppia. Il risultato è una lunga storia d’amore, raccontata solo attraverso i ricordi, più o meno falsati dagli stati d’animo, dal tempo, dal punto di vista dei giovani protagonisti (Luca Marinelli e Linda Caridi). Un racconto ambizioso e insieme fragile, ostinatamente romantico.
Normal (2019) di Adele Tulli. Un viaggio nelle abitudini, nei rassicuranti confini dello stereotipo, nelle convenzioni di genere dell’Italia di oggi, attraverso quei confini che chiamiamo maschile e femminile, alla ricerca del significato impossibile e arbitrario del concetto di “normalità”.
Un giorno all’improvviso (2018) di Ciro d’Emilio, film in cui aspettative, ambizioni, sogni si infrangono nella banalità del reale. Attraverso la storia familiare di Antonio e il suo sogno di diventare calciatore, l’esordiente d’Emilio affronta il passaggio all’età adulta, con le responsabilità che comporta. In primo piano la storia d’amore tra un figlio e una madre, interpretati da Giampiero De Concilio e Anna Foglietta.
I film in Concorso si contenderanno il premio Crédit Agricole FriulAdria come Miglior Film, il premio della Critica assegnato dal SNCCI, il premio Miglior Produzione consegnato dall’ AGICI e il premio ANAC alla Migliore Sceneggiatura. Confermato inoltre il premio MYmovies assegnato dal Pubblico.
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