Nonostante i buoni risultati al box office e i premi del 2019 e 2020, i film di donne registe segnano una ritirata: sono state appena il 12%, contro il 16% dell’anno scorso, le pellicole dirette da donne entrate nella classifica dei 100 top campioni di incassi nell’anno che si è appena concluso. Come riporta l’Ansa, la battuta d’arresto è al centro di uno studio intitolato Celluloid Ceiling (soffitto di celluloide) e pubblicato per il 24esimo anno consecutivo dal San Diego State’s Center for the Study of Women in Television and Film.
La situazione migliora leggermente se si prendono in esame i primi 250 film più redditizi del 2021: le presenze femminili in questo caso sono state il 17% contro il 18% del 2020. Il dato in arretramento va in controtendenza con la presenza di film importanti, come il film Marvel Eternals di Cloe Zhao e l’horror Candyman dell’afro-americana Nia DaCosta, oltre che il western Il Potere del Cane di Jane Campion con Benedict Cumberbatch e Kirsten Dunst e La Figlia Perduta di Maggie Gyllenhaal tratto dall’omonimo romanzo di Elena Ferrante. Questi ultimi due, entrambi potenziali candidati agli Oscar, non sono stati inclusi nello studio perché Netflix, che li ha distribuiti solo per pochi giorni nelle sale, non ha diffuso i risultati del box office. Lo stesso vale per altre importanti registe come Rebecca Hall (Passin“) o Halle Berry (Bruised) che hanno fatto debuttare il loro lavoro direttamente in streaming.
Pochi successi commerciali restano l’eccezione alla regola come ha dichiarato la fondatrice del Centro Martha Lauzen: “Le apparenze ingannano. Se la Zhao ha vinto l’Oscar l’anno scorso per Nomadland e la Campion è una frontrunner quest’anno, la percentuale di donne registe è calata nel 2021. Basare le nostre percezioni su un numero limitato di donne di alto profilo può portare a conclusioni sbagliate sullo stato delle donne in questo mestiere”.
È dal 2019 che la tendenza delle donne registe sembrava essere in ascesa e, in parallelo, anche quella dei ruoli femminili nei film campioni di incassi, per un effetto direttamente proporzionale sulla distribuzione delle parti (addirittura il 58 per cento in Piccole Donne di Greta Gerwig). Nel 2021 sono invece aumentate le donne produttrici (dal 30 al 32 per cento) e produttrici esecutive (dal 21 al 26 per cento). Stabili invece le sceneggiatrici (17 per cento) e le responsabili della cinematografia (6 per cento).
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