Autore di romanzi per lo più ambientati nella Parigi occupata dai nazisti, lo scrittore francese Patrick Modiano, appena insignito del Premio Nobel per la Letteratura, è stato anche sceneggiatore. Nato il 30 luglio 1945 a Boulogne Bilancourt, ha avuto come insegnante Raymond Queneau che è stato una figura fondamentale per la sua formazione e la sua crescita come scrittore. Nel 1978 ha vinto il Premio Goncourt con Rue des boutiques obscures. Figlio di un ebreo francese di origini italiane e di un’attrice belga, Modiano ha debuttato nella narrativa nel 1968 con La place de l’Etoile pubblicato da Gallimard. La memoria, l’identità, la colpa e una vena esistenzialista sono i temi ricorrenti nei suoi libri portati anche sul grande schermo. Tra questi Il profumo di Yvonne (dal romanzo Villa Triste) di Patrice Leconte dove a dominare sono la nostalgia e il sogno, e tra le sue sceneggiature originali il film di Louis Malle Cognome e nome: Lacombe Lucien. Nel 2000 Modiano è stato membro della giuria del Festival di Cannes, presieduta da Luc Besson. Pubblicato in Italia da Einaudi per cui è di prossima uscita Arcipelago e che ha edito Bijou (2005), Un pedigree (2006), Nel caffè della gioventù perduta (2010) e L’orizzonte (2012), Modiano è anche un autore Guanda che nel 2011 ha riportato in libreria il suo romanzo Dora Bruder, vincitore del Bottari Lattes Grinzane Cavour, la cui protagonista è la quindicenne ebrea francese Dora, il cui segreto non sarà mai svelato: Auschwitz lo impedirà. La storia della sua famiglia ebrea è raccontata invece in Un pedigree in cui gli avvenimenti privati si incrociano con le retate nella Parigi durante la guerra. Il suo ultimo libro è Pour que tu ne te perdes pas dans le quartier, pubblicato nel 2014. Modiano è anche autore di libri per bambini tra cui Caterina Certezza, scritto nel 1988 e appena pubblicato in Italia dall’editore Donzelli.
La regista riceverà il premio per La Chimera il 13 novembre, con la proiezione del suo nuovo cortometraggio Allégorie citadine e un incontro
La motivazione del riconoscimento: “è un approccio sorprendente, commovente e innovativo al tema molto delicato dell'adozione”
"Costruisce ponti fra culture, generazioni e popoli”, si legge nella motivazione del riconoscimento, che per la prima viene attribuito a un regista che “si muove tra il più sofisticato cinema d'autore e l'attenzione per il pubblico”
La premiazione si terrà il 3 dicembre presso la sala Lo Schermo Bianco di Bergamo. La giuria include figure di spicco come la produttrice Elisabetta Olmi e il critico cinematografico Massimo Lastrucci