‘Nina e il segreto del riccio’: giallo animato per ragazzi dalla Francia

Esce il 6 febbraio con Movies Inspired il nuovo film d'animazione di Alain Gagnol e Jean-Loup Felicioli, già presentato in Selezione Ufficiale, Fuori Concorso, al Festival di Annecy

NINA

Nina adora ascoltare le storie che suo padre le narra prima di dormire, quelle di un riccio esploratore che scopre il mondo. Una sera, però, il papà, preoccupato per il lavoro, non si presenta a raccontarle un nuovo episodio. Fortunatamente, il suo amico Mehdi è pronto ad aiutarla: e se un tesoro nascosto nella vecchia fabbrica dove lavorava suo padre potesse risolvere tutto? Così inizia una grande avventura tra fughe dalla vicina e dal suo gatto Fluffy, trappole del guardiano e il suo grosso cane, con il piccolo riccio che li accompagna nell’indagine.

Esce il 6 febbraio con Movies Inspired Nina e il segreto del riccio, il nuovo film d’animazione di Alain Gagnol e Jean-Loup Felicioli, già presentato in Selezione Ufficiale, Fuori Concorso, al Festival di Annecy.

“Con il film – dicono i registi – continuiamo la nostra esplorazione di un genere che amiamo molto: il giallo, e più precisamente, in questo caso, il film di rapina. Ma questa volta non sono all’opera George Clooney e la sua banda glamour. I nostri due rapinatori hanno dieci anni. Ciò non impedisce loro di essere coraggiosi, inventivi e determinati come i loro illustri predecessori.

È la seconda volta che ci cimentiamo nel giallo per bambini. Questo gusto per i racconti polizieschi ci viene sia dalla letteratura che dal cinema. Pur con stili molto diversi, ci hanno segnato i film di Martin Scorsese, Raoul Walsh o Billy Wilder. L’uso dell’ombra e della luce nei film noir di Hollywood ha profondamente influenzato il nostro modo di comporre un’inquadratura”.

Si tratta di un genere estremamente codificato: “Pensiamo al film di rapina – aggiungono Gagnol  e Felicioli – Prevede un certo numero di scene obbligatorie: tutto inizia con la preparazione, gli appostamenti per controllare le abitudini del bersaglio. A un certo punto si scopre il modellino o la mappa che riassume visivamente il cammino da percorrere per raggiungere il bottino. Infine arriva il momento di passare all’azione che, nel caso dei film noir classici di Hollywood, finisce in un disastro per i ladri. I protagonisti di Giungla d’asfalto di John Huston e quelli di Rapina a mano armata di Stanley Kubrick non fanno eccezione.

Tutti questi passaggi dovuti sono presenti nella sceneggiatura di Nina e il segreto del riccio, ma mostrati ad altezza di bambino. Con le migliori intenzioni del mondo, si organizzano come veri professionisti. Sono pronti a tutto per tirare fuori la loro famiglia dalle difficoltà economiche dovute alla chiusura della fabbrica.

I generi del thriller e del giallo ci sembrano molto adatti a un pubblico giovane, perché permettono di affrontare temi contemporanei senza mai sacrificare il piacere dello spettatore. Non vogliamo fare film didattici”.

Per i due autori si tratta del primo film realizzato con tecniche digitali: “Il digitale è uno strumento, come la matita – spiega Gagnol – Non è una bacchetta magica che fa tutto al posto nostro. Nel nostro caso, usiamo la tavoletta grafica come un foglio di carta. Ogni disegno, quindi, è fatto a mano con uno stilo. Il computer non interviene nella creazione della grafica né nella sua animazione. Alcune cose, come la pioggia e gli effetti di luce, sono realizzate al computer, ma la maggior parte del film è fatta a mano.

Contrariamente a una credenza diffusa, l’informatica non permette di lavorare più velocemente. Il computer è più pratico del foglio di carta e fa risparmiare tempo ed energia quando si tratta di correggere, spostare una traiettoria o modificare un disegno. Non c’è più bisogno di temperare la matita, di usare la gomma o di filmare foglio dopo foglio per controllare se funziona. Tuttavia, la base dell’animazione rimane la qualità del disegno e, per ottenere un movimento preciso e delicato, sono necessari tempo e abilità”.

“Ho abbandonato il lavoro su carta per due motivi – fa eco Felicioli – In primo luogo, dopo più di trent’anni a strofinare i gessetti sui miei fogli, avevo l’impressione di aver raggiunto il limite di una tecnica e di non poter più evolvere. Era importante per me esplorare qualcosa di nuovo. Inoltre, il passaggio attraverso la scansione, obbligatoria per trasformare il disegno in un file digitale, richiedeva molto tempo e comportava una perdita di qualità nei colori e nelle texture. Per questi motivi, in modo del tutto naturale e per stare al passo con i tempi, sono passato completamente al digitale.

Tra le voci del cast originale figurano grandi nomi del cinema francese come Audrey Tatou e Guillaume Canet: “Il contributo degli attori è considerevole e sempre sorprendente: trasformano un testo in emozioni. La commedia è un’arte fragile che mi affascina. Il loro lavoro, associato a quello delle animatrici e degli animatori, crea un’alchimia che, sullo schermo, fa dimenticare agli spettatori di stare guardando un cartone animato.

Nel caso di Audrey Tautou e Guillaume Canet, danno ai genitori di Nina una presenza e una concretezza molto forti. Portano un universo personale e intimo, che passa attraverso le inflessioni delle loro voci. La registrazione delle voci è un momento particolare nella realizzazione di un cartone animato perché, rispetto alle altre fasi, è molto veloce. In pochi giorni, abbiamo tutti i dialoghi del film, mentre le immagini vengono realizzate per diversi anni.

D’altra parte, è molto importante per noi parlare ai bambini”, chiudono.

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14 Gennaio 2025

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