Esce il 18 ottobre in 350 copie con Medusa Nessuno come noi, film romantico di Volfango De Biasi tratto dal romanzo di Luca Bianchini e prodotto da Fulvio e Federica Lucisano. Due storie intrecciate, ambientate nella Torino degli anni ’80 – anche se certe scelte nell’accompagnamento musicale e di scenografia fanno pensare più ai ’90 – quella del giovane Vince (Vincenzo Crea), innamorato non corrisposto di Cate (Sabrina Martina) che invece ama il suo migliore amico Romeo (Leonardo Pazzagli), e quella di Betty (Sarah Felberbaum), insegnante di Vince che si innamora del collega Umberto (Alessandro Preziosi), sposato con Ludovica (Christiane Filangieri).
“E’ un tuffo nella memoria – dice il regista – un omaggio agli anni in cui siamo cresciuti e che ci piacciono ma anche una storia moderna, sul chi è amato ma ‘in seconda fila’ o su chi non è corrisposto in amore. Sui rapporti tra padre e figlio che mi fanno pensare che la vita è una spirale. Ho vissuto delle cose da adolescente e ora che sono padre le vedo dall’altro punto di vista. In Italia facciamo pochi film sui sentimenti, quasi a doversene vergognare, mentre in altri paesi come in Francia o in Libano la cosa è molto più frequente. Ad ogni modo, lo tratto con la stessa onestà intellettuale con cui ho fatto i cinepanettoni con Lillo & Greg o Crazy for Football. Non è nemmeno un argomento così leggero: si tratta di un film sulla responsabilità del dire ‘ti amo’ e sulle conseguenze che questo avrà sulle altre persone. Ma anche sulle conseguenze del nostro comportamento sui figli. Mi sono ispirato più alla vita che ai classici romantici degli anni Ottanta”.
Ma come è cambiato l’amore da quegli anni celebrati dal film a oggi? “Soprattutto nella velocità – commenta De Biasi – non c’erano i social o i cellulari, bisognava affrontare gli occhi della persona che ti piaceva, corteggiare e sedurre. Aspettare ore sotto casa che se ne andassero i genitori. Era tutto molto più romantico”.
Commenta anche Luca Bianchini, autore del romanzo: “Il film ha tradito il libro ma è normale che sia così. Per me al centro della storia c’erano i ragazzi, nella prima stesura le figure dei professori erano appena un accenno. Il film forse le approfondisce ancora di più e racconta il tutto con leggerezza e intelligenza senza vergognarsi dei buoni sentimenti. Siamo tutti soli ma siamo insieme”. “I giovani stanno lì a guadagnarsi la vita e i genitori li traghettano come fa Caronte”, dice Alessandro Preziosi, “e concordo nel sottolineare che oggi si svaluta troppo spesso il significato di un ‘ti amo’. E’ diventata quasi una frase pop.
Come se fosse tutto un grande ‘volemose bene’ piuttosto che un ‘ti amo’ vero e proprio”. Infine Felberbaum, interprete di Betty: “E’ una donna coraggiosa, forte e indipendente – dice del suo personaggio – completa nel suo lavoro con gli studenti e non amareggiata dalla vita pur avendo vissuto una grande delusione”.
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