Nero e Giannini sul set per il caso Zappulla, “un artista stroncato dalla galera”

BATTIPAGLIA (SA) – Si girava un piano sequenza di 18 minuti, ieri, tra la soleggiata piazza del Municipio di Battipaglia e i corridoi e le scale dell’edificio, trasformato in un tribunale per il film Il ragazzo della Giudecca, opera seconda del ventottenne Alfonso Bergamo dopo Tender Eyes. Nella scena, complessa e ambiziosa dal punto di vista tecnico, si incrociano molti dei personaggi principali della vicenda di Carmelo Zappulla, il cantante neomelodico ingiustamente accusato, nei primi anni ’90, di essere il mandante dell’omicidio dell’amante della madre sulla base delle rivelazioni di sette pentiti. Arrestato, tenuto in isolamento per 22 giorni nel carcere di Santa Maria Capua Vetere e poi scagionato per mancanza di prove, l’artista fu nuovamente accusato e messo sotto processo: in questa fase Zappulla si diede alla latitanza, finché non fu dimostrata la sua innocenza e fu assolto con formula piena.

“Raccontiamo di un artista all’apice del successo che viene stroncato dalla galera – ha spiegato Giancarlo Giannini, tra i protagonisti del film nei panni del giudice Mangrella, che iniziò il processo e che credeva nell’innocenza dell’imputato – Non è giusto accusare un uomo in base alle parole di un pentito, è una vicenda kafkiana”. Lo definiscono un “caso Tortora finito bene” gli altri attori del cast, in cui Carmelo Zappulla interpreta se stesso (anche da giovane, grazie al trucco) al fianco di Franco Nero (un ergastolano che il protagonista conosce in carcere), Tony Sperandeo, Luigi Diberti e Barbara Bacci.

Girato tra Battipaglia, Eboli e Siracusa, Il ragazzo della Giudecca è tratto dal romanzo autobiografico di Zappulla “Quel ragazzo della Giudecca. Un artista alla sbarra”. “Non conoscevo questa vicenda giudiziaria finché la mia compagna non mi ha esortato a leggere il libro – ha confessato il regista – L’ho trovato molto interessante, mi ha colpito lo spaccato di vita travagliata di un artista messo dietro le sbarre. Dal punto di vista simbolico mi è sembrata una bella occasione per rappresentare il concetto dell’arte messa alle strette: in un periodo molto triste per gli artisti, questo film è un messaggio di speranza”.

“Ho accettato di partecipare al film – ha detto dal canto suo Giannini, assediato dai fan tra le strade di Battipaglia – perché è una storia vera su un tema molto importante come il sistema giudiziario e le sue debolezze, e perché mi piace lavorare con i giovani, infatti insegno al Centro Sperimentale. Alfonso, oltre che giovane, è anche un regista coraggioso”. Prodotto da Uncovering Cinema Production, Il ragazzo della Giudecca uscirà nella primavera 2016.