Le chiavi di casa di Gianni Amelio e Le conseguenze dell’amore di Paolo Sorrentino hanno conquistato il maggior numero di candidature ai Nastri d’argento, il premio dei giornalisti di cinema che sarà consegnato il 4 febbraio a Roma. I due autori, tra i protagonisti di una stagione contrassegnata da personaggi forti e storie di disagio esistenziale, hanno ottenuto otto candidature a testa. Ma sono due le novità salienti di questa edizione: il passaggio, non privo di polemiche, da Taormina alla Capitale, e l’anticipo in inverno anziché a fine stagione. “Un modo per aiutare il cinema italiano, soprattutto quello indipendente, rilanciando i titoli segnalati anche al botteghino”, ha spiegato la presidente del Sngci, Laura Delli Colli. Negando ogni scelta concorrenziale rispetto ai David di Donatello.
Sabato all’Hotel de Russie l’annuncio delle nomination.
Sei candidature sono andate a Non ti muovere di Sergio Castellitto e Primo amore di Matteo Garrone; cinque a Dopo mezzanotte di Davide Ferrario; quattro a Lavorare con lentezza di Guido Chiesa e L’amore ritorna di Sergio Rubini; tre a Certi bambini di Andrea e Antonio Frazzi, Che ne sarà di noi di Giovanni Veronesi, Fame chimica di Antonio Bocola e Paolo Vari, La vita che vorrei di Giuseppe Piccioni, L’amore è eterno finché dura di Carlo Verdone, Mi piace lavorare di Francesca Comencini e Volevo solo dormirle addosso di Eugenio Cappuccio.
Tony Renis, candidato per la canzone di Christmas in love, considera i Nastri d’argento l’equivalente del Golden Globe americani. “Questa per me è una nomination particolare, importante, perché vinsi il Nastro nel 1974 per la miglior colonna sonora per il film Blu gang e fu un vero e proprio shock dato che fu il mio primo grande premio cinematografico”.
Per la prima volta candidato come attore, Carlo Verdone, si dice soddisfatto anche solo della nomination. “Mi hanno dato premi alla carriera ma mai per un singolo film, come nel caso di L’amore è eterno finché dura“. Fabrizio Bentivoglio sottolinea: “L’amore ritorna è un film che parla di un attore, racconta di come un interprete non lasci mai solamente la propria immagine sulla pellicola, ma le proprie viscere, il proprio sangue e se non se l’è venduta anche la propria anima”. Aurelio De Laurentiis non perde l’occasione per polemizzare: “Le cose in Italia vanno malissimo. Tante promesse, degli uni e degli altri, non hanno mai rafforzato il cinema, che in Italia conta molto poco. Fino ad oggi ci hanno trattato da pezzenti, ci hanno fatto l’elemosina, perché con 90 milioni di euro non si rilancia il cinema, né si supporta una legge creata per rilanciarlo”.
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La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.
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