È la grande novità del 2005, annunciata questa mattina a Villa Miani, in un appuntamento con Cinecittà Holding che sta diventando annuale: il Cinefund, un fondo di investimento per il cinema italiano. L’ha sostenuto con vigore il presidente Carlo Fuscagni e ne ha parlato quindi l’AD della Holding, Ubaldo Livolsi, dando dettagli tecnici rivolti soprattutto agli addetti ai lavori. Ma la sostanza è chiara: affiancare al finanziamento pubblico una forma di finanziamento privato, sostenuto però da sponsor, istituzioni e lead investors che abbassino la percentuale di rischio, assai elevata in un settore come il cinema. Livolsi ha distinto infatti tre fasce di investitori: gli sponsor dell’iniziativa, tra cui Istituto Luce e Cinecittà Holding, che avranno un ritorno nullo; gli istituzionali (Fondazioni di Casse di Risparmio, Regioni e altre istituzioni pubbliche) disposti ad accettare un ritorno a interesse fisso; infine i privati, anche internazionali, che saranno attirati dalla politica del fondo, che è quella di puntare su produzioni italiane o coproduzioni con forti potenziali di profitto. Il target, per il primo anno, è di 50/70 milioni di €, gli sponsor ne forniranno 15. L’investimento medio a progetto, per un totale di 30/40 film l’anno, andrà da 1 a 2 milioni di €. Ma al Cinefund 1 seguiranno, secondo le intenzioni, altre iniziative di raccolta capitali in una fase in cui ogni ipotesi di tax shelter sembra difficilmente praticabile.
È una buona notizia, quindi, per il cinema italiano presente in forze all’incontro con la Holding. In contemporanea con il riavvio del sistema di finanziamento pubblico, ribadito anche stamani dal DGC del Ministero dei Beni Culturali, Gaetano Blandini. “Se calano le risorse del Fus, occorre cercare soldi al di fuori, puntando anche sui fondi regionali”.
O sul marketing, come ribadito da Alessandro Usai. “E’ presto per lanciare un grido di dolore sul product placement – ha detto il DG della Holding – in Francia e negli Stati Uniti ci sono voluti anni per consolidarlo, in Italia non possiamo pensare di svilupparlo in 4 mesi. Intendiamo creare uno sportello a Cinecittà proprio per creare contatti tra le aziende e il mondo del cinema”.
Infine, sempre sul versante della produzione, la conferenza stampa di Villa Miani è stata l’occasione per ribadire la nuova strategia dell’Istituto Luce, che affianca alle opere prime e al documentario le grandi coproduzioni internazionali, dal Mercante di Venezia a Le memorie di Adriano, e intende ridurre il rischio d’impresa con investimenti frazionati. “La nostra politica è stata premiata da riconoscimenti importanti – dichiara l’AD Luciano Sovena – dal Pardo d’oro a Private di Saverio Costanzo al Premio Fice come migliori distributori dell’essai che abbiamo appena ricevuto a Ravenna”.
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