Nanni Moretti, mélo napoletano

Esigente ma comprensivo. Incontentabile ma generoso. Il Nanni Moretti produttore, meno angosciato del Nanni Moretti regista, si permette anche un’apparizione nel ruolo autoironico dell’antipatico: in un negozio di vestiti per bambini sta rimproverando la commessa, “ma insomma, volete vendere o non volete vendere?”. Una comparsata di cui tutti parlano, ma lui smorza: in sceneggiatura quel personaggio doveva avere brutti denti e pochi capelli, quando ho deciso di farlo io, ho chiesto a Valia Santella e Heidrun Schleef di correggere il copione.
Te lo leggo negli occhi, coprodotto da Rai Cinema, è l’opera prima di una cineasta quasi quarantenne che è stata segretaria di edizione e aiuto del meglio del cinema napoletano (Martone, Corsicato, Capuano, Cecchi). Viene da una famiglia di protagonisti della scena sperimentale, Mario e Maria Luisa Santella, ha vinto premi con i suoi cortometraggi, insomma ha fatto una lunga gavetta. “Aveva l’urgenza di raccontare questa storia e non l’indifferenza di tanti cineasti italiani o peggio di quei produttori poco convinti che non ho mai capito, senza crederci non si finanzia neanche un’opera minore di Bergman”, dice Moretti. Che con Angelo Barbagallo aveva già chiamato Valia a dirigere un episodio dei Diari Sacher. “L’ho cercata al telefono, perché il telefono è il mio mezzo espressivo preferito, e le ho chiesto se voleva fare un film con noi. Non aveva una storia pronta ma ci ha lavorato a lungo e con sincerità”. Intriso di autobiografia, questo melodramma napoletano, come lo definisce Luigi Maria Burruano (che ha il ruolo del padre) è tutto al femminile. Una logopedista appena separata con una figlioletta malata di asma e una madre ingombrante, “frivola, narcisista, amante della vita, ma anche fragile”, come può esserlo una cantante che ha appena subìto un intervento alle corde vocali, una donna seducente ma non più giovane che cerca di innamorarsi di nuovo ma è in realtà dipendente dal marito tradito. “Mi fa piacere che sia un film scritto da donne, diretto da una donna e interpretato benissimo da donne”, si complimenta Nanni rivolto a Stefania Sandrelli, Teresa Saponangelo e alla piccola Camilla Di Nicola. E assicura, “con Valia è nata un’autrice, ha stile, tocco, grazia, eleganza”. Succede da 17 anni, dai tempi di Notte italiana, che fece esordire proprio qui a Venezia Carlo Mazzacurati. È ricapitato con Luchetti e Calopresti, sempre con la Rai, tranne che per Il portaborse. “Ma non faccio film alla Moretti , produco i film che mi piace vedere. Nell’87, ai tempi di Notte italiana, io e Angelo dicemmo: soprattutto non ci piacciono i film fintamente internazionali che allora andavano tanto di moda”. Ma Nanni oggi ha anche la forza di sostenere i suoi autori in sala: Te lo leggo negli occhi uscirà oggi con la Sacher in 52 copie. “E pensare che Bianca, il mio quarto film, uscì in una sola copia, a Bologna, perché a Roma e Milano non c’era spazio”. Esercente, oltre che regista, attore e produttore, lui continua a preferire il buio della sala alla tecnologia casalinga. “Due anni fa, a Natale, i miei collaboratori mi hanno regalato il lettore dvd, l’ho usato solo due volte, per vedere Il Signore degli anelli 1 e 2 con mio figlio. Mentre sto preparando il cofanetto completo dei miei film con Warner Video da un pezzo ma continuo a rimandare, finisce sempre che non sono pronto con gli extra”.