Musica nel lager, la resistenza umana

Il lavoro di Francesco Lotoro, musicista barlettano che ha recuperato le partiture create nei campi di concentramento dai musicisti deportati, viene ora raccontato in un documentario


Sono pochi ad essersi accorti di Francesco Lotoro, musicista barlettano, figura silenziosa e schiva, che “si è sempre tenuto in disparte”. Eppure ha dedicato la sua vita a raccogliere la memoria: spinto da grande passione e senso di responsabilità, quella che la coscienza morale, civile, storica dovrebbe dettare a ogni singolo essere umano, ha recuperato le partiture musicali create nei campi di concentramento dai musicisti deportati, le ha trascritte e suonate, riportandole in vita e realizzando un enorme archivio. Un progetto musicale gigantesco “uno dei progetti più splendidi e commoventi che si possano immaginare nella Storia della musica” – scrive il giornalista israeliano Menachem Gantz sulla famosa testata giornalistica “Yedioth Ahronoth” – “che fa rabbrividire, provoca dolore e suscita riflessione, tuttavia porta con sé anche un grande ottimismo”.

Il suo lavoro assiduo, tenace, pieno di convinzione, viene ora raccontato  in un documentario, una co-produzione italo-francese Maestro (Lotoro è più conosciuto in Francia, dove gli è stato dedicato un libro Le Maestro, di Thomas Saintourens, edito da Stock Paris nel 2011, e dove ha ricevuto dal ministro della Cultura il titolo di Cavaliere dell’Ordine des Arts et des Lettres) e la sua missione, “questa opera colossale”, avrà finalmente il giusto riconoscimento. “La cosa che mi ha molto stupito – dice Marco Visalberghi, uno dei produttori del documentario –  è che Lotoro, la moglie e i due o tre collaboratori più stretti sono persone che rappresentano un pezzo di Italia che viene spesso dimenticata, persone serie, capaci di mettere tutti se stessi in un progetto. Lotoro ha fatto tutto da solo; ha portato avanti una missione con una determinazione ostinata, caparbia; ha sacrificato tutto a questa sua passione. È la grande ricchezza d’Italia: se fossimo in grado di valorizzarla adeguatamente potremmo fare cose importanti”.

Visalberghi era convinto che avrebbe trovato una chiave unificante all’interno di queste musiche e che sarebbero state un modo per capire e ricostruire l’atrocità della vita dei campi, “ma esse non hanno alcun tipo di connessione con la vita dei campi, c’è di tutto dentro. Veniva riprodotta la vita del di fuori: fantasia, speranze, sogni, evasioni; era un modo per riaffermare il proprio intelletto, il gran desiderio di evadere nell’unico modo possibile”.

Il regista Alexandre Valenti ritiene che la storia di Lotoro sia qualcosa di universale, una storia che oltrepassa la musica, che ha dentro di sé e conferma tutto ciò che è nel più profondo dell’uomo: la memoria, il sentimento, l’umanismo, l’umanità. Più che un film sulla musica è un film sull’umano, sul più nobile che l’uomo può creare in una condizione feroce di cattività nei campi di concentramento. L’autore non saprà mai quello che i deportati hanno vissuto, ma ascoltando la loro musica entra nel loro intimo più profondo: “Hanno fatto un atto di resistenza, un atto di memoria ultima, un atto di vita là dove c’era solo la morte, là dove c’era la disperazione. Mostrano il contrario attraverso questa musica, che c’era ancora qualche cosa di vivente”. Non ha dubbi, il regista, di poter realizzare un film “magnifico”: “Non ho incontrato Francesco, ma la sua storia. È stato come in amore: mi chiedono a volte come si fa a scegliere una storia; rispondo che non siamo noi a sceglierla, la incontriamo, come in una storia d’amore. Abbiamo cominciato a lavorare, a vederci, a scriverci: poi  le scoperte, gli incontri con i sopravvissuti, l’inferno vissuto e lasciato da qualche parte nella musica che hanno composto; il film ha preso corpo, ha guadagnato più senso e consistenza. Francesco apre la porta per incontrare attraverso la musica dei valori universali, una storia che possiamo coniugare al tempo passato, presente e futuro. Lavora non per il passato ma per il futuro”.

Sia Visalberghi che Valenti hanno un desiderio comune: aiutare Francesco a compiere il suo lavoro di “titane”, fatto “en solitaire”. In atto anche il progetto “Lastmusik” che servirà a finanziare la parte finale della ricerca di Lotoro in giro per il mondo. “Prima che tutto scompaia – spiega Visalberghi –  si deve documentare in modo visivo: una parte andrà nel documentario stesso, ma tutto diverrà un museo virtuale, messo in rete e condiviso, una cassa di risonanza di quello che sta facendo Lotoro”. Non mancheranno iniziative, una c’è già stata a Roma per la Giornata della Memoria con il bellissimo concerto all’Auditorium, e il concerto andrà per il mondo: i contatti sono a Ginevra, New York, forse Londra e Parigi. La campagna sarà importante soprattutto per raccogliere finanziamenti affinché Lotoro prosegua nella sua impresa “che fino ad ora ha svolto solo con carta e penna”.

Il documentario avrà due versioni: una più corta per la televisione e una più lunga per le sale. Produttore e regista sperano che questo film vada a “toucher”, stupire le persone che guardano verso il futuro, coinvolga il loro animo, emozionandole. Non devono essere solamente spettatori, ma vivere la storia anche dal profondo. “Se con il film io riesco a far meglio comprendere e scoprire questa immensa storia, sarà qualcosa di incredibile” conclude Valenti. 

autore
14 Settembre 2015

Documentario

Gli ultimi di noi
Documentario

‘Gli ultimi di noi’: omaggio al cinema di Martino e Deodato

Una chiacchierata tra amici, insieme al giornalista Davide Pulici, su un cinema che non c'è più. Il documentario di Giorgio Bruno fa anche da omaggio al regista di Cannibal Holocaust, che ci ha lasciati nel 2022

Documentario

‘Il fuoco nella Balena’, a Napoli il doc sui devoti dello Spartak San Gennaro

Venerdì 24 l'anteprima del film dedicato alla squadra di calcio giovanile Spartak San Gennaro che raggruppa i ragazzi del quartiere Montesanto dando loro una nuova opportunità sociale

Documentario

‘L’eroe e il mito’, il film inedito di Ermanno Olmi su Valentino Rossi

La seconda edizione del Premio Film Impresa - 9/11 aprile, Roma - presenta l’anteprima del doc dell’autore bergamasco, sul pluricampione mondiale di MotoGP, prodotto dall’azienda Dainese, centro del racconto industriale. Il Premio Olmi conferito a Francesca Archibugi

Documentario

‘STEVE! (martin)’, il trailer del doc Apple TV+

Il documentario in due parti dedicata al grande attore e comico Steve Martin uscirà sulla piattaforma il 29 marzo


Ultimi aggiornamenti