Un faro (di cinema) nella notte, una luce di speranza su un presente complesso: è così che può essere letto il manifesto realizzato da Michele Bernardi per la 57a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema, in programma a Pesaro dal 19 al 26 giugno. Michele Bernardi, anche protagonista – insieme a Magda Guidi – di un focus della sezione Corti in Mostra di questa edizione, ha realizzato un’opera che, proprio come la sigla animata di Donato Sansone, vuole rendere omaggio al cinema e alla sua forza immaginifica.
Rielaborando una celebre scena di Ladri di biciclette di Vittorio De Sica, l’autore spiega: “Il protagonista sembra tenere la bicicletta come una macchina da presa, sulla spalla, mentre la luce proiettata dal fanale richiama quella di un proiettore cinematografico che esce fuori campo, per lasciare l’immaginazione aperta”. Bernardi ha utilizzato una tecnica, il pittorico digitale, simile a quella impiegata nelle sue opere animate per trasportare gli spettatori in un luogo e in un tempo diversi, in un momento storico in cui la necessità di una via di fuga, di uno spazio altro, appare sempre più vitale e dove il cinema può ritornare a essere un’ancora di salvezza.
Animatore e disegnatore eclettico, Michele Bernardi si forma nella scena emiliana tra gli anni Settanta e Ottanta al fianco di maestri come Altan e Osvaldo Cavandoli per i quali collabora a storiche serie come La Pimpa e La Linea. Dal 1998 inizia a produrre video musicali animati stringendo un lungo sodalizio con Davide Toffolo dei Tre allegri ragazzi morti, e realizzando oltre una cinquantina di video per alcuni dei più importanti esponenti dell’indie italiano tra cui Le luci della centrale elettrica, Colapesce, The Zen Circus, Pacifico e Umaan. A questi affianca anche numerosi spot per prestigiosi brand italiani e internazionali, da Barilla a Nestlè.
Dopo il video di Non mi manca niente per i Tre allegri ragazzi morti, arriva nel 2008 il primo lavoro interamente concepito e realizzato da Bernardi, Tinnitus, opera suddivisa in due parti a cui segue nel 2010 Senza testa. Con le sue opere partecipa ai più importanti festival d’animazione – da Annecy a Anima Mundi – vincendo numerosi premi internazionali prima con Djuma (2012) e poi con Lost in Emotions (2015) e Mercurio (2018), la cui lavorazione dura quattro anni e lo porta a essere finalista ai Nastri d’argento.
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