CANNES – Se c’è una cosa che più ci terrorizza della morte e l’idea di affrontarla da soli. È questa il tema che il regista, attore e sceneggiatore argentino Iair Said affronta nel suo primo lungometraggio, Most People Die on Sundays, una co-produzione argentina, italiana e spagnola presentata a Cannes 2024, nella sezione ACID, dedicata al cinema indipendente. “Faccio film per esprimere me stesso” ha dichiarato recentemente il giovane cineasta che con la sua opera prima si è messo in gioco senza risparmiarsi, scrivendo, dirigendo e, soprattutto, interpretando il protagonista, David.
Un trentenne sovrappeso seminudo che piange disperato, senza nessuna vergogna, perché non vuole essere abbandonato dalla persona che ama. È così che ci viene presentato fin da subito David, singhiozzante come un gigantesco bambino poco prima di prendere un aereo che lo porterà nella nativa Buenos Aires per il funerale di uno zio. Qui c’è la sua comunità ebraica che lo aspetta, insieme a una sorella troppo impegnata, una madre in lutto e un padre in coma per cui si stanno ormai perdendo le speranze. David è un uomo dalle mille fragilità: un’omosessualità difficile da gestire, un’ansia perenne che gli impedisce di dormire e una solitudine che racconta di essersi scelto, ma che invece vive come una condanna. Riconnettersi con le proprie radici non è facile, come non lo è dire addio alle persone care: nel corso di pochi giorni, David sarà chiamato a fare entrambe le cose.
Il cuore del film di Said è il rapporto tra il protagonista e sua madre, interpretata dalla popolare attrice argentina Rita Cortese. Nella solitudine che improvvisamente ha colpito la madre, David rivede la sua e si trova di colpo senza armi per gestire una vita che non sta andando decisamente per il verso giusto. Il giovane uomo, infatti, appare un completo inetto, incapace di gestire l’ansia, che compensa passando da un esame clinico all’altro, così come la propria sessualità, che lo spinge a provarci goffamente con chiunque incontri, e le semplici relazioni con gli altri. Nella sua quotidianità non c’è nessuno al di fuori della sua famiglia e della sua comunità a cui è costretto perfino a nascondere la propria identità sessuale. Un quadro desolante che il regista affronta senza pietismi ma mettendoci semplicemente di fronte a una persona in difficoltà, un bambino cresciuto troppo in fretta, verso cui provare una rispettosa empatia.
Most People Die on Sundays è un film breve e composto, un’opera prima che viaggia con circospezione nel confine tra tragedia e commedia, grazie a un protagonista ridicolo eppure profondamente umano. Con la sua inadeguatezza perenne David ci costringe a guardare dentro noi stessi, scavare nei nostri difetti e nelle nostre paura, imparando, forse, a non prenderle troppo sul serio.
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