Lo scrittore William Goldman, Premio Oscar per la sceneggiatura originale di Butch Cassidy e Billy the Kid (1970) e per l’adattamento di Tutti gli uomini del presidente (1976) è morto per le complicanze di una polmonite nella sua casa di Manhattan, secondo quanto riporta The Washington Post. Aveva 87 ed era malato di cancro al colon. Di origine ebraica, Goldman ha scritto anche testi teatrali e romanzi tra cui Non si maltrattano così le signore (1964) e La principessa sposa (1973).
Nato a Chicago il 12 agosto 1931, Goldman si è cimentato con successo in diversi generi, dal racconto al romanzo, alla letteratura per l’infanzia, al teatro, trovando nel cinema (dove ha usato talvolta lo pseudonimo Harry Longbaugh, vero nome di Sundance Kid, il mitico personaggio western) il campo privilegiato in cui far valere l’elevata qualità della sua scrittura e insieme il suo spiccato intuito commerciale. Oltre a riusciti adattamenti dei suoi romanzi per film come Il maratoneta (1976) di John Schlesinger, Magic – Magia (1978) di Richard Attenborough, Black jack (1987) di Dick Richards e La storia fantastica (1987) di Rob Reiner, Goldman ha realizzato sceneggiature originali di grande valore, riuscendo sempre a delineare forti figure maschili che hanno attirato varie star hollywoodiane, tra cui in particolare Paul Newman e Robert Redford.
Dopo aver frequentato l’Oberlin College (Ohio), Goldman si laureò alla Columbia University di New York. La sua prima sceneggiatura per Soldato sotto la pioggia (1963) di Ralph Nelson fu anche il primo dei numerosi adattamenti realizzati per il cinema dai suoi romanzi. Dopo Detective’s story (1966) di Jack Smight, da un romanzo di Ross Macdonald, Goldman conquistò fama internazionale grazie alla sceneggiatura originale di Butch Cassidy and the Sundance Kid, western insolito, accattivante e profondamente malinconico, magistralmente interpretato dalla coppia Paul Newman-Robert Redford, insieme per la prima volta. A La pietra che scotta (1972) di Peter Yates, adattamento del romanzo di D.E. Westlake, La fabbrica delle mogli (1975) di Bryan Forbes, un horror ambientato nella provincia americana e tratto da un romanzo di Ira Levin, e, su soggetto dello stesso regista, Il temerario (1975) di G.R. Hill, un iconoclasta film d’avventura con Robert Redford nel ruolo di uno spericolato pilota d’aereo. La carriera di Goldman toccò un altro momento culminante con All the president’s men, intelligente ricostruzione dell’inchiesta del “Washington Post” sullo scandalo Watergate che portò alle dimissioni del presidente Richard Nixon, interpretata ancora da Robert Redford e da Dustin Hoffman. Al 1976 risale anche la sceneggiatura de Il maratoneta, che riscosse un notevole successo grazie all’interpretazione di Dustin Hoffman e Laurence Olivier. Goldman scrisse poi Quell’ultimo ponte (1977) di Attenborough, kolossal tratto da un’opera di Cornelius Ryan e traspose un altro suo romanzo nel paradossale horror Magic.
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