“Pe (Giuseppe Peppe Beppe) Calopresti se n’è andato a vagare con il suo spirito per l’universo libero da dolori e preoccupazioni”. Comincia con queste parole il commosso post di addio con cui il regista Mimmo Calopresti annuncia la morte del fratello Beppe, produttore e documentarista.”Ha combattuto tutta la vita – scrive su Facebook – con il suo cuore sfasciato, con i suoi sentimenti contrastati, per una vita da vivere come voleva. Sempre sereno buono e gentile.Questa ultima battaglia l’ha persa, ma la guerra l’aveva già vinta da tempo grazie alla nascita di Noemi la sua amata figlia che aveva dato senso a tutto. Ciao Pe fratello mio ti ho voluto bene e te ne vorrò per sempre. Oggi ti saluto con un applauso per il tuo coraggio. Da domani lacrime amare e senza fine”.
Era nato a Polistena (in provincia di Reggio Calabria) nel 1956 ma a sei anni si era trasferito a Torino con la famiglia. Fra i temi a lui cari la memoria, il mondo della fabbrica e l’emigrazione. Protagonista della scena cinematografica indipendente torinese fin dai primi anni ’80, aveva iniziato come direttore della fotografia per colleghi come Claudio Paletto e Armando Ceste e anche come regista firmando – tra gli altri – il corto Week-end innominabile (1985) e il documentario Sinn Fein (1986), che anticipava di tre anni la caduta del Muro di Berlino. Nel 2001 era stato assistente alla regia in Signorina Fiat di Giovanna Boursier e nel 2008 produttore di La fabbrica dei tedeschi del fratello Mimmo, che rievocava con materiali d’archivio e interviste la tragedia della Tyssenkrupp di Torino.
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La Biennale di Venezia ricorda il critico cinematografico che fu direttore del settore Cinema e Spettacolo Televisivo dal 1974 al '76