E’ scomparso a 88 anni Ennio Guarnieri, direttore della fotografia che lavorò a lungo con Franco Zeffirelli. Guarnieri è morto a Licata (Agrigento): a riferirlo la Fondazione Zeffirelli in una nota nella quale Pippo Zeffirelli, uno dei due figli adottivi del regista recentemente scomparso, esprime le sue condoglianze. “Il mondo del cinema perde un grande artista e, personalmente, io perdo un amico – afferma Pippo Zeffirelli -.Ennio è stato a lungo collaboratore del maestro Zeffirelli condividendo momenti straordinari di lavoro come direttore della fotografia di numerose pellicole, come Fratello sole, sorella luna, che gli procurò il primo Nastro d’argento nel 1972, poi La Traviata (di nuovo premiato con il medesimo riconoscimento) nel 1983, quindi l’Otello nel 1986, Storia di una capinera nel 1993 e fino a Callas Forever, l’ultimo film diretto da Zeffirelli nel 2002 che di nuovo volle al suo fianco Guarnieri. Ma il suo curriculum è sterminato, avendo lavorato con tutti i più grandi registi. Mancherà a tutto il cinema che lo piange”.
Abbandonati gli studi da geometra e arrivato al cinema in modo del tutto casuale, dopo un solo anno come operatore alla macchina a fianco di Roberto Gerardi e Marcello Gatti, esordisce alla direzione della fotografia nel 1962 con I giorni contati di Elio Petri. Nella seconda metà degli anni ’60 per la sua abilità nel ritrarre gli attori diventa operatore di fiducia per dive dell’epoca come Virna Lisi, Sylva Koscina e Tina Aumont, per le quali fa ampio uso di soft focus, controluce e velatini. Ad esempio si veda il suo lavoro in L’assoluto naturale (1969) diretto da Mauro Bolognini ed interpretato da Sylva Koscina. Nel corso degli anni ’70 offre le migliori prove negli adattamenti letterari e nelle ricostruzioni d’epoca per Massimo Bolognini (Metello del 1970, da Vasco Pratolini, Bubù del 1971, da Charles-Louis Philippe, Per le antiche scale del 1975, da Mario Tobino, L’eredità Ferramonti del 1976, da Gaetano Carlo Chelli), ma anche nei lavori per Vittorio De Sica, per il quale fotografa le ultime quattro regie, tra cui spicca Il giardino dei Finzi-Contini (1970), che gli vale la candidatura al BAFTA alla migliore fotografia.
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