Morta Yannick Bellon, firmò L’amour violé

Il suo nome resta legato a L'amour violé, interpretato da Nathalie Nell, Daniel Auteuil e Pierre Arditi, film del '78 che portò per la prima volta sullo schermo la violenza di gruppo


La regista francese Yannick Bellon, pioniera del cinema femminista che ha affrontato con un realismo mai osato in precedenza la questione degli abusi sessuali con il film L’amour violé (1978), è morta ieri a Parigi all’età di 95 anni. Bellon esordisce nel 1947 con il cortometraggio Goémons, premiato alla Mostra di Venezia come miglior documentario, dedicato agli abitanti di una piccola isola bretone (Beniguet) che vivono della raccolta delle alghe. La regista seguirà gli abitanti dell’isola lungo il corso dei vent’anni successivi con altri cortometraggi.

Ad esso fanno seguito notevoli documentari, spesso dedicati a figure femminili anticonformiste (come il film-ritratto Colette del 1951 dedicato alla scrittrice francese). Nel 1972 la regista debutta nel lungometraggio di finzione, dove continua a esplorare tematiche sociali attraverso un’ottica inedita e provocatoria, con titoli quali Una donna… una moglie (1974) e soprattutto il già citato L’amour violé (1978). Nel 2001, in collaborazione con Chris Marker, firma infine Le souvenir d’un avenir, film-saggio costruito a partire dall’archivio di sua madre, la celebre fotografa Denise Bellon, amica degli artisti surrealisti.

Il suo nome resta legato in modo particolare a L’amour violé, interpretato da Nathalie Nell, Daniel Auteuil e Pierre Arditi, film scandalo della fine degli anni ’70, che portò per la prima volta sullo schermo le conseguenze psicologiche e sociali della violenza di gruppo. La protagonista è Nicole, una giovane infermiera che vive e lavora in una tranquilla città di provincia. Ma una sera quattro sconosciuti la sequestrano e abusano di lei, abbandonandola poi in stato di shock. La vita della ragazza ne esce distrutta, finché Nicole un giorno non incontra per caso uno dei suoi aggressori. 

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03 Giugno 2019

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