Morta Ilaria Occhini, dolce e coltissima signora del teatro e del cinema

Ilaria Occhini è scomparsa a 85 anni nella sua Firenze dove era nata nel 1934. Figlia di una famiglia illustre di letterati, moglie di Raffaele La Capria, si è mossa tra teatro e cinema con eleganza


Ilaria Occhini, scomparsa a 85 anni nella sua Firenze dove era nata nel 1934, è cresciuta fin da bambina in un contesto privilegiato: un nonno adorato come Giovanni Papini, un altro (più severo e distante ma sempre presente) senatore del Regno d’Italia, Pier Ludovico Occhini. Il padre Barna, anch’egli scrittore, al centro della vita artistica fiorentina. Questa eredità Ilaria Occhini l’ha portata sulla scena e nell’amore decennale con Raffaele La Capria, sposato nel 1966.

Diplomata all’accademia Silvio d’Amico aveva il teatro nel sangue ma, ragazza controcorrente degli anni ’50, riuscì a debuttare nel cinema sotto pseudonimo nemmeno ventenne in Terza liceo di Luciano Emmer. Era il 1954 e Anton Giulio Majano le offrì la grande popolarità televisiva con lo sceneggiato L’alfiere, trasmesso dalla Rai nel 1956. Era dolce, sommessa, elegante, versatile: non disdegnava la commedia (con Monicelli fece Il medico e lo stregone, nel 1957). Visconti fu il suo Pigmalione con L’impresario delle Smirne e Uno sguardo dal ponte. Il suo addio alle scene fu negli Spettri di Ibsen con la regia di Massimo Castri (2005) per poi tornare ancora, complice Piero Maccarinelli nello sperimentale Una notte a Sorrento.

Al cinema furono poche le occasioni da protagonista. Tra quelle più recenti e interessanti Mar nero di Federico Bondi (2008, leggi l’intervista al regista) che le valse il Premio come migliore attrice al festival di Locarno, in cui era una donna anziana e scorbutica che tornava alla vita grazie all’amicizia con una badante romena che accompagnava in viaggio. E poi Benvenuti in casa Gori (1990, Nastro d’argento), Mine vaganti (2010) e la sua ultima interpretazione (Una famiglia perfetta di Paolo Genovese, 2012).

Tutti i premi maggiori le sono arrivati nell’età matura: due David di Donatello, due Nastri d’Argento, due riconoscimenti teatrali nel nome di Eleonora Duse e Vittorio Gassman, i vari premi ai festival. Ci lascia anche una raffinata e autoironica biografia.

La camera ardente sarà allestita martedì 23 luglio dalle 10 alle 16.30 al Teatro Argentina di Roma. La cerimonia funebre avrà luogo sempre martedì alle 18 presso la Basilica di Santa Maria in Montesano – Chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo. Ad annunciarlo sono il marito Raffaele La Capria, la figlia Alexandra con il marito Mete, i nipoti Alessandro e Alice.

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22 Luglio 2019

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