Non vuole darlo a vedere. Ma un po’ lo commuove (e lo lusinga) questo omaggio pesarese. Però non si toglie la maschera di scettico-ironico guastafeste. E’ capace di “guastare” anche la sua, di festa.
Ma si fa per dire. Mario Monicelli, il Solito noto del ritratto a cura della SNC filmato da Riccardo Milani e curato da Alessandra Levantesi (critico de La stampa) ama ridere delle cose, specie quelle peggiori. Un trucco tipicamente italiano. Un metodo, dicono, per esorcizzare la morte. Ma lui, a 85 anni, a Stefano Accorsi, che lo guarda attonito sul set di Come quando fuori piove durante la suddetta intervista fa la seguente dichiarazione: “Tu hai trent’anni ed è una bella cosa, ma chi ti garantisce che ne vivrai bene altri 50? Io me li sono già portati a casa, e sono andato anche oltre”.
Intanto, alla tavola rotonda mattutina al Cinema Astra che ha chiuso la sua retrospettiva, il regista viareggino ha ascoltato e punzecchiato critici e collaboratori che parlavano (bene) di lui. “Faccio sempre lo stesso film: c’è qualcuno che tenta un’impresa ma fallisce perché è inadeguato”, minimizza. Però tira finalmente fuori il dispiacere di essere stato a lungo etichettato come autore di commedie, come fosse una parolaccia. “Quando facevamo Totò cerca casa eravamo trattati come spazzatura. Aspettiamo almeno dieci anni a dire che i film di Muccino sono superficiali, perché anche le commedie di Muccino rispecchiamo la realtà”.
Tullio Kezich
Nel 1949 vidi Totò cerca casa in piedi. Non per rispetto, ma perché non si trovava un posto neanche seduti per terra.
Furio Scarpelli
Nel dopoguerra, se si aveva qualcosa in comune, ci si trovava e poi si lavorava insieme. Oggi prendono quindici sceneggiatori che non si conoscono e li mettono a scrivere una serie per la tv. I compagni fu scartato a Venezia, non fu capito dal pubblico e Mario ci rimase male oltre il dovuto. Non ho mai capito perché.
Age
Uno, due, tre, quattro… come vedete anche noi sceneggiatori contiamo qualcosa.
Suso Cecchi D’Amico
Con Mario era facilissimo lavorare, perché avevamo la stessa idea del cinema: non arte ma mestiere. Il primo film che abbiamo fatto insieme si chiamava Proibito ed era un film su ordinazione. Scrivere quel film era come fare un vestito a qualcuno, il vestito non deve piacere a te, deve far sembrare bello chi lo indossa.
Monica Scattini
Parenti serpenti è stato uno dei film più belli che ho fatto. Mario pretende molto dagli attori, ha fama di essere burbero e lo è, ma soprattutto con i mediocri.
Alessandro Haber
E’ vero: la mediocrità lo fa incazzare. Mi piace il suo cinismo, se fossi una donna gliela darei subito. Mi dispiace di averlo incontrato tardi, vorrei avere dieci anni di più perché avrei iniziato prima a lavorare con lui.
Mario Monicelli
L’effetto speciale più grande della storia del cinema è il treno dei fratelli Lumière che entra in stazione. Tutta la gente scappava dal cinema… e non c’era bisogno di Spielberg…
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