Monica Guerritore e l’inganno di Giacomo Gianniotti

Pappi Corsicato dirige la miniserie Inganno, in arrivo dal 9 ottobre su Netflix, che racconta della relazione tra una ricca 60enne e un uomo molto più giovane, accusato di essere un cacciatore di dote


Siamo abituati a pensare a Netflix come a una piattaforma che si rivolge principalmente a un pubblico adolescenziale e di giovani adulti: i successi di Mercoledì, Stranger Things o delle serie di Zerocalcare ne sono un esempio. Eppure le piattaforme sono diventate un punto di riferimento per tutte le generazioni, anche per quelle abituate a guardare principalmente la televisione tradizionale. Nei prossimi anni, inevitabilmente, aumenteranno i prodotti originali pensati per fasce di pubblico più maturo: uno dei primi esempi arriva il 9 ottobre su Netflix. La miniserie Inganno difficilmente attirerà l’attenzione dei più giovani, ma potrebbe essere quello che i loro genitori stavano aspettando da tempo.

Diretta da Pappi Corsicato, la serie si ispira alla britannica Gold Digger e racconta la storia di una relazione tra una ricca donna sessantenne e un affascinante uomo molto più giovane di lei, che tutti accusano immediatamente di essere un “cacciatore di dote” (da qui il titolo originale dell’opera). Monica Guerritore interpreta la protagonista Gabriella, proprietaria di un lussuoso albergo sulla Costiera Amalfitana. Divorziata e madre di tre figli ormai grandi, sembra avere rinunciato a una vita sentimentale appagante. Giacomo Gianniotti, conosciuto per il ruolo di Diabolik nel secondo e nel terzo film della trilogia dei Manetti Bros., interpreta invece Elia, un italoamericano estremamente attraente e consapevole di esserlo, con i suoi addominali scolpiti che non perde occasione di sfoggiare, lo sguardo penetrante e l’atteggiamento da macho. Ma nella sua apparente voglia di libertà si nasconde un passato oscuro e potenzialmente molto pericoloso.

“C’è sempre una più alta, più magra più giovane”: dice la figlia di Gabriella, influencer popolare ma insoddisfatta, sottolineando quasi involontariamente il vero conflitto che sta alla base di Inganno. Ovvero che se il genere dei due protagonisti fosse stato invertito, nessuno si sarebbe fatto problemi. Cosa c’è di strano in una bella 35enne che frequenta un ricco 60enne? Niente. Ma il contrario fa pensare subito a qualcosa di innaturale e di sbagliato. Eppure Gabriella ha il diritto di riscoprire la propria sensualità e sessualità, rivedersi desiderabile e viva. Poco importa se le ombre sulla relazione appaiono evidenti anche a lei. La sua è una scelta pienamente consapevole, per quanto i figli la obblighino a rispondere in un processo per circonvenzione d’incapace. A portare avanti la narrazione non è solo la curiosità di sapere se quello tra i protagonisti sia un amore vero o un inganno, ma il piacere di vedere una donna riprendere in mano la propria vita, nonostante tutto.

“Con la mia regia ho cercato di ricreare quel mondo fatto di passione, sensualità, conflitti familiari, ombre e non detti. – dichiara il regista Pappi Corsicato – Ho usato molto la macchina a mano e la Steady, per dare dinamismo e creare sempre una tensione emotiva tra i personaggi ma anche visivamente, così come la fotografia inizia un po’ fredda e man mano che tra i due protagonisti nasce la loro relazione, per quanto complicata, si fa sempre più calda e avvolgente, come le stagioni che si susseguono nella storia. E il cuore di questa storia è Gabriella, un personaggio non semplice e dalle molte sfaccettature, su cui con Monica abbiamo lavorato molto; volevamo andare veramente a fondo nella sua complessità emotiva e psicologica, senza alcun timore, per comunicare ogni aspetto di lei: la sua forza, le fragilità, il disagio. In Inganno ho cercato, in particolare, di ben amalgamare tra loro i vari generi ed esaltare la bellezza dei luoghi che fanno da sfondo, e a volte da contrasto, a questa romantica e tormentata storia d’amore”.

Al netto di alcune ingenuità e di alcuni didascalismi, Inganno è un thriller erotico che giustifica la sua struttura seriale costruendo un universo narrativo più complesso di quanto si possa immaginare, tra continui flashback e colpi di scena. Difficile capire per chi parteggiare: tra personaggi ambigui e, spesso crudeli, il personaggio di Monica Guerritore brilla come l’unico con cui potere realmente empatizzare. È soprattutto grazie alla sua interpretazione che il pubblico di riferimento di questa serie riuscirà ad appassionarsi a questo prodotto cosi insolito nel catalogo di originali Netflix.

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06 Ottobre 2024

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