I mondiali in Qatar contengono moltitudini. Moltitudini di violazioni. La questione di cui si è più parlato in questi anni di preparazione è stata la costante violazione dei diritti dei lavoratori: Il Guardian ha stimato che circa 6500 persone sono morte nella costruzione delle infrastrutture necessarie allo svolgimento delle gare. Ma i morti sul lavoro non sono l’unico peso sulla coscienza degli organizzatori di questa manifestazione. C’è anche la costante violazione di alcuni diritti civili basilari verso la comunità LGBT e le donne, nonché, in un periodo di conclamata emergenza climatica globale, la parossistica mole di inquinamento che richiede la costruzione ex novo di enormi strutture sportive “avveniristiche” in un luogo che, semplicemente, non le ha mai avute, e che ha dovuto fare tutto in fretta e furia, nonostante i 12 anni di preavviso.
I mondiali in Qatar, comunque, non sono certo il primo appuntamento in cui calcio e scandalo collidono. Come ogni attività umana, anche nello sport, infatti, si è insinuato spesso il malaffare e l’ingiustizia, il crimine e la violenza, figuriamoci nel calcio, lo sport che più di ogni altro muove un’enorme quantità di denaro. Il cinema e la serialità hanno ampiamente documentato questa convergenza che ha dato i suoi frutti nei più disparati ambiti: dalla corruzione alla violenza fisica. Abbiamo selezionato alcuni tra i migliori film e serie che ritraggono il dark side dello sport, e nello specifico di quello più popolare di tutti, il calcio.
FIFA: TUTTE LE RIVELAZIONI
Nel 2015, quattordici membri della Fifa sono stati arrestati dando il via al “più grande scandalo di corruzione sportiva mai visto”. Questo è lo spunto della docu-serie Fifa: tutte le rivelazioni, disponibile su Netflix dal 9 novembre, proprio poche settimane prima dell’inizio del mondiale. Nei quattro episodi si ripercorrono tutte le tappe che hanno portato alla tanto discussa assegnazione della Coppa al Qatar, a partire dalla fondazione della Fifa nel 1904 fino agli scandali che hanno condotto alle dimissioni lo storico presidente Sepp Blatter dopo quasi 17 anni di mandato. Blatter è solo il volto principale di questo thriller politico fatto di mazzette milionarie e misteriosi intrighi internazionali a cui hanno partecipato anche l’allora presidente francese Nicolas Sarkozy e il campione Michel Platini. Fifa: tutte le rivelazioni è il miglior modo per comprendere a fondo le contraddizioni della più importante federazione sportiva al mondo e i suoi tentativi di ripulirsi da una macchia forse indelebile. Soprattutto, il documentario risponderà a una domanda cruciale: quale è il prezzo da pagare per organizzare un mondiale di calcio?
IL LATO OSCURO DELLO SPORT
La descrizione della serie Netflix dice: “cronaca nera e sport si intersecano in una docuserie che prende in esame controversie e scandali globali e riporta le testimonianze dirette delle persone coinvolte”. Se questi sono i presupposti, Calciopoli non poteva certo mancare. Il terzo episodio, di 67’, si intitola proprio Calciopoli e ne ricostruisce la vicenda. Per quanto per noi italiani sia una storia arcinota, va sempre tenuto a mente che il catalogo Netflix è disponibile in quasi 200 paesi, e l’esigenza è quindi spiegare a chiunque cosa sia successo nel mondo del calcio italiano nel 2006. Le testimonianze raccolte sono più “dirette” che mai: dal magistrato Pino Narducci a Luciano Moggi, passando per giornalisti e arbitri.
KILL THE REFEREE
La linea rossa che unisce il quasi naïf “arbitro cornuto!” a una minaccia di morte è molto sottile e deriva dalla medesima matrice: l’odio per il direttore di gara. Kill the referee è un documentario del 2009 che riprende l’esperienza di 5 arbitri durante gli europei di calcio del 2008. Uno di questi è l’inglese Howard Webb, che per un periodo è stato il più famoso e stimato arbitro al mondo e che, proprio in occasione di quel campionato europeo ha attraversato il suo momento sportivo e personale più complicato: dopo aver assegnato un discusso rigore all’Austria contro la Polonia ricevette delle minacce di morte dai tifosi della Polonia (persino il premier polacco Donald Tusk si produsse in un forse ironico ma assolutamente inopportuno “lo vorrei uccidere!”).
IL MONDIALE DESAPARECIDO
Questi di Qatar 2022 non sono di certo gli unici mondiali (eufemisticamente) controversi. Nel 1978 si disputarono i campionati del mondo in Argentina, due anni dopo il golpe che portò al potere Videla, e nel bel mezzo di una serie di violazioni quotidiane dei diritti umani: alla fine di quel periodo furono circa trentamila i ragazzi e le ragazze dei quali si persero per sempre le tracce, i desaparecidos. Il mondiale fu preso dal regime argentino come un’occasione per dimostrare al mondo che non c’era niente che non andasse, e che l’Argentina era un paese pacificato. Differentemente dal caso della Coppa Davis del 1976 in Cile (qui il nostro articolo su Una squadra, la serie documentaria di Procacci), in Italia non si sollevarono polemiche, e il caso non fu nemmeno discusso in parlamento. Il mondiale si giocò, l’Argentina vinse, e il mondo intero perse una grande occasione per fare qualcosa. Storie mondiali. Il mondiale desaparecido è curato dal giornalista Matteo Marani e, anche con materiale inedito, fa luce su questa torbida vicenda di quegli anni plumbei.
COMPLICI DEL SILENZIO
Il film diretto e scritto (insieme a Rocco Oppedisano) da Stefano Incerti crea una cornice di finzione per il già citato Argentina 78. I protagonisti sono Maurizio Gallo e Ugo Ramponi, un giornalista e un fotoreporter interpretati rispettivamente da Alessio Boni e Giuseppe Battiston. I due arriveranno a Buenos Aires proprio per documentare il mondiale, ma scopriranno invece il mondo della repressione argentina e dei desaparecidos, anche grazie a un legame sentimentale che Maurizio stringe con Ana, una donna che si rivela essere appartenente a un gruppo di oppositori del regime.
ULTRAS
L’esordio alla regia di Francesco Lettieri è un ritratto non edulcorato di un certo modo di vivere il tifo da parte, appunto, degli Ultras, che ha nella violenza un perno fondamentale. Racconta le vicende del vecchio capo ultrà napoletano Sandro e delle lotte intestine tra diverse fazioni, anche sotto la medesima bandiera. La mente va immediatamente a un caposaldo del genere, Hooligans di Lexi Alexander, uscito nel 2005 e da allora diventato un assoluto cult. Proprio gli hooligans inglesi sono stati una piaga per l’intero movimento calcistico. Per limitarli venne varata la “Convenzione europea sulla violenza e i disordini degli spettatori durante le manifestazioni sportive, segnatamente nelle partite di calcio” decisa dopo la strage dell’Heysel causata dagli hooligans inglesi nella finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool il 29 maggio 1985.
IL GRANDE GIOCO
Proprio dei lati più oscuri e sordidi del calcio – dalla corruzione alle scommesse clandestine, dal lusso sfrenato ai giochi di potere – si occupa la serie Sky Original Il grande gioco, diretta da Fabio Resinaro e Nico Marzano. Protagonista è Francesco Montanari, nei panni di un ex procuratore calcistico che deve ritrovare il suo posto nel mondo. Il ruolo del procuratore o agente sportivo è una delle pedine fondamentali nel complesso scacchiere del calcio contemporaneo: a metà tra un navigato politico e un abile venditore, incarna alla perfezione lo spirito imprenditoriale e commerciale di questo mondo. La sua partita, però, non si gioca in scarpette e pantaloncini sul prato verde ma in abiti alla moda nelle stanze degli alberghi dove si decidono i destini di squadre, allenatori e calciatori attraverso l’affascinante e controversa pratica del calciomercato. La serie in 8 episodi è disponibile su Sky e Now dal 18 novembre, proprio a poche ore dal calcio di inizio del mondiale. Qui il nostro articolo di approfondimento.
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