C’erano anche Gioacchino Rossini e Marguerite Yourcenar a sostegno della Vertenza Spettacolo stamattina a Roma: le ultime pagine del capolavoro della scrittrice, le Memorie di Adriano lette da Giorgio Albertazzi, e l’ouverture del Barbiere di Siviglia hanno infatti scandito alcuni momenti emozionanti della manifestazione indetta dall’Agis per protestare contro i tagli al Fus e ribadire il valore culturale dello spettacolo. Costretti dalla pioggia gelida a lasciare la postazione al Pantheon, attori, registi, musicisti e rappresentanti delle associazioni hanno proseguito la manifestazione all’interno del Teatro Argentina. Sul glorioso palcoscenico romano è salito Gabriele Lavia prendendo spunto da Platone per rivendicare un’origine teatrale all’intera cultura occidentale. Il presidente dell’Agis, Alberto Francesconi, dopo aver portato la solidarietà dell’associazione ai familiari di Giuliana Sgrena, ha ricordato che lo spettacolo “non è una spesa ma un investimento per il futuro, in un paese dove spesso si fa scempio della lingua italiana”. E ha lamentato che “da troppi anni viviamo in una condizione di precarietà”. Nel pomeriggio Francesconi, assieme a una delegazione di artisti, è stato ricevuto dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, il quale ha espresso la sua piena disponibilità personale a sostenere presso il governo le istanze dello spettacolo che condivide e ha auspicato sia possibile intervenire sia attraverso i fondi della società Arcus sia attraverso un reintegro del Fus, pur tenendo conto della non favorevole congiuntura che il Paese sta attraversando. Nei giorni prossimi sono previsti incontri con il vicepresidente della Camera Publio Fiori e con il presidente del Senato Marcello Pera.
Tra i politici presenti all’Argentina, gli assessori Gianni Borgna (Comune) e Vincenzo Vita (Provincia), oltre agli onorevoli Giovanna Melandri, Pecoraro Scanio, Silvia Costa e Piero Fassino. Con Carla Fracci e Giuliano Montaldo, Garinei e Antonio Catania, Scaparro e Pontecorvo hanno applaudito un ispirato Giorgio Albertazzi pronto a battersi perché “l’Italia sia accolta in Europa da sciovinisti francesi e spocchiosi inglesi non come un paese di serie B con una lingua di serie B”. Lo ricordava anche Carlo Verdone, seduto in prima fila. “Bruxelles ha declassato la nostra lingua, non declassiamo la nostra cultura”, ha detto l’attore-regista, che si considera tra i fortunati non toccati dai tagli. E ha aggiunto: “Il cinema ha scandito la storia del nostro paese, dal dopoguerra al boom agli anni della contestazione: è evidente che non è solo intrattenimento”. Gigi Proietti si è detto preoccupato anche di fraintendimenti: “Il cittadino potrebbe chiedersi, che vogliono questi? Ma spero che queste manifestazioni arrivino alla gente come un grido d’allarme anche per tanti posti di lavoro e per le giovani generazioni, quelle più a rischio”. Eppure giovani e giovanissimi erano i meno rappresentati nella platea. “Colpa di un’avversione per tutto ciò che riguarda la politica”, spiega Francesco Maselli. Dal canto suo, Leo Gullotta aggiunge: “La cultura non può essere considerata alla stegua dei pomodori sugli scaffali dei supermercati”.
L’Agis chiede dunque risorse adeguate, ricordando che il Fus, in vent’anni, ha perso il 30% in termini di potere d’acquisto; ma chiede anche normative chiare e di facile applicazione e un’attenzione complessiva a un settore che impiega circa 200mila addetti. Un appello in tal senso ha già raccolto migliaia di firme. Tra le prime risposte del governo: il ministro Urbani ha assicurato che entro marzo arriveranno i fondi aggiuntivi Arcus e ha ribadito che “intende sostenere in tutte le sedi l’idea che lo spettacolo, come la cultura e il turismo, rappresenta una grande opportunità di crescita del nostro paese”.
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