1886. Una commedia, quella di cui è protagonista Mister Link (Missing Link), insieme all’allampanato e raffinatissimo Sir Lionel Frost, rispettivamente creatura mitologica, e investigatore avventuriero, secondo lui stesso, e nessun altro. Tanto meno l’alta società britannica, ahi lui. Un uomo carismatico, quanto solo, tutto questo rintracciabile, altrettanto, nel curioso soggetto “animale”, cuore del racconto.
Gli Stati Uniti del West, fino al Pacifico, per dimostrare di aver rintracciato la creatura leggendaria che rappresenta le origini primitive dell’essere umano, Mister Link, che nel proprio nome (“link”) rispecchia il suo essere anello di congiunzione tra la scimmia e l’uomo: una missione universale che porta con sé anche la sfida personale del Sir. Una lettera dà il via all’avventura, una richiesta di aiuto la missiva del tenerissimo sasquatch, vicino parente dello yeti himalayano.
Molto affettuoso, altrettanto intelligente, non meno buffo, che confida in Sir Frost come unico soggetto capace di prendersi cura del suo essere l’ultimo esemplare della sua specie: l’avventura di viaggio – un’eco del classico di Verne, Il giro del mondo in 80 giorni – alla ricerca del passato di Link, in un’immersione nell’incantata valle di Shangri-La, possibile con l’indispensabile mappa della vedova messicana Adelina Fortnigh, indice di una segreta destinazione, obiettivo del trio, a questo punto della narrazione protagonista dell’apice dell’avventura in commedia, un tono di leggerezza e rassicuranti sentimenti possibili per il carattere pacioso e entusiasta di Link, che mai si perde d’animo, nemmeno nelle circostanze più imprevedibilmente misteriose e pericolose, per mano di lord Piggot-Dunceby, rivale di Frost.
La bellezza dei sentimenti – Sir Lionel impara a essere un po’ meno vanitoso, un po’ meno razzista, un po’ più sensibile, si completa con quella estetica di un’animazione del tratto morbido, ma non infantile: una suggestiva calibrazione cromatica, dal caldo e vivo ruggine del pelo di Link, alla gamma ipnotica dei blu della foresta, ai nebbiosi toni del viola dell’alba lagunare in cui tutto ha avuto inizio, non mancando però di quella tensione narrativa minima, necessaria a mantenere la sospensione e creare l’attesa.
Il film, animato in stop-motion dall’americano Studio Laika Entertainment, ha vinto il Golden Globe 2020 come Miglior Film Animato, categoria per cui è stato anche candidato nella cinquina del recente premio Oscar: l’esordio da regista con ParaNorman per Chris Butler, qui autore dei bozzetti, sceneggiatore e regista, con un passato di collaborazione con Tim Burton (La sposa cadavere).
Un prestigioso parterre d’attori dà voce (originale) ai personaggi: Hugh Jackman (Sir Frost), che ha dichiarato: “Amo davvero sir Lionel e tutte le sue complessità. È un tipo eccentrico, coraggioso, avventuroso ed egocentrico. Ho amato far parte di tutto questo. E, ancor più importante, adesso sembro un grande agli occhi di mio figlio, non un traguardo facile perché ha 15 anni, e questo fa tutta la differenza del mondo!”; con lui Zoe Saldana, Zach Galifianakis, Emma Thompson, Timothy Olyphant, Stephen Fry.
Mister Link, in esclusiva per l’Italia con Leone Group, viene distribuito da 01 Distribution dal 17 settembre.
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