Mio fratello è figlio unico


R. ScamarcioMio fratello è figlio unico è il titolo del nuovo film che Daniele Luchetti inizierà a dirigere a maggio, con Elio Germano e Riccardo Scamarcio. Il regista porterà sullo schermo per Cattleya una sceneggiatura di Stefano Rulli, Sandro Petraglia e Antonio Pennacchi liberamente tratta dal romanzo di quest’ultimo “Il fasciocomunista” edito da Mondadori. Ispirato alla canzone omonima di Rino Gaetano, ambientato dal 1963 al 1974 a Latina (ricostruita per frammenti in diverse città d’Italia perché il centro storico fascista oggi non è più “leggibile”) con un epilogo a Milano, racconterà la vita dai 14 ai 25 anni di Accio (Elio Germano), un ragazzo confuso e velleitario che entra in seminario intenzionato a diventare santo e – una volta adottato idealmente da un venditore ambulante che lo converte al fascismo – diventa prima picchiatore di destra per “riscattare l’onore della patria” e poi militante comunista mosso da una forte spinta critica ma mai autocritica. E’ un personaggio ai limiti del paradosso che compie sempre scelte esagerate e sbagliate, vittima di una famiglia anaffettiva che ama invece senza riserve suo fratello Manrico (Scamarcio), un ragazzo bello, vincente e adorato dalle donne che passa attraverso le cose con leggerezza e facilità.

E.Germano“Prendendo spunto dal libro cercheremo di raccontare un archetipo dell’eroe sbagliato e un percorso possibile per un italiano tipico che abbraccia gli eccessi delle ideologie totalizzanti per motivi futili, conflitti familiari o influenze di quartiere. Ma rifletteremo anche su come l’ideologia possa violentare la nostra intelligenza e rovinare le nostre vite rappresentando però anche paradossalmente un segno di vitalità e una modalità della vita imprescindibile”, spiega Luchetti. “Accio viene pedinato in 11 anni di avventure picaresche, politiche e sentimentali sempre con l’incubo-dramma di una nazione che compie scelte libertarie e democratiche mentre lui è ancorato a quelle quattro fesserie che lo hanno spinto sulla strade dell’estremismo di destra. L’Italia di oggi sembra pacificata ma non lo è, e quando meno te lo aspetti lo scontro ideologico sui due grandi modelli antropologici di destra e sinistra saltano fuori: fare i conti oggi con gli anni in cui queste dinamiche erano più evidenti ci può aiutare a capire meglio cosa siamo diventati”.

Luchetti aggiunge che il suo obiettivo è dar vita ad un film sull’ideologia senza che si parli di ideologia, in cui si possano capire sopratutto le ragioni umane e non tanto quelle politiche, pur facendo comunque i conti con gli anni di piombo. “Cercheremo maggiore autenticità rinunciando in parte alle forzature e alle prese in giro che a volte le commedie richiedono, anche se sarà difficile per me rinunciare all’ironia e all’auotoironia”. E a proposito della scelta dei due protagonisti confessa: “Riccardo Scamarcio ha un fascino inequivocabile che può essere molto utile al personaggio di Manrico: per una volta si tratta da parte mia di una scelta non in contropiede. E’ curiosa e in contropiede, invece, la scelta di Elio Germano che fisicamente, antropologicamente e politicamente rappresenta l’opposto del personaggio di Accio. Mi piacerebbe che il pubblico pensasse: “Chi te lo fa fare?” e che lui adoperasse la sua simpatia, la sua innocenza e il suo candore per qualcosa di più nobile rispetto all’ideologia “accecante”. In questo senso è un personaggio consueto del mio cinema: un tipo che sbaglia e non riesce a capire perché…”

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26 Aprile 2006

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