L’edizione 2015 di I Mille Occhi inaugura ufficialmente venerdì 18 settembre alle 20.00, al Teatro Miela di Trieste, con il brindisi d’apertura del festival. A seguire, dalle ore 20.30, la prima serata di proiezioni dei Mille Occhi con alcuni documenti mai visti: il breve spot anni ’50 dello storico Caffè degli Specchi di Piazza dell’Unità, l’appena ritrovato e restaurato Il Duce a Trieste, sulla visita di Mussolini nel capoluogo giuliano, e la rara versione integrale di Vivere da anarchici, film-intervista sull’anarchico triestino Umberto Tommasini, realizzato da Paolo Gobetti nel 1976.
Le proiezioni, che chiuderanno in nottata con il mediometraggio horror The Road Less Travelled (l’ultimo episodio realizzato dal compianto Wes Craven per la serie Ai confini della realtà, nel 1986), iniziano comunque già dal pomeriggio di venerdì, dalle 14.30, con l’eccentrico Troppo tardi t’ho conosciuta! (1939), l’unico film diretto da Emanuele Caracciolo, martire 31enne delle Fosse Ardeatine.
Più tardi, dalle ore 17.45, dello stesso Gobetti autore di Vivere da anarchici si vedrà invece Racconto interrotto (1992), il film dedicato al padre Piero. Questo ritratto di una delle massime della cultura antifascista sarà introdotto e chiuso da due preziosi incontri tra grandi cineasti e letterati italiani, rispettivamente “Così è andata”. Gente di montagna di Ermanno Olmi (1987), con testi – tra gli altri – di Mario Rigoni Stern ed Emilio Lussu, e l’episodio su Gabriele D’Annunzio curato da Raffaele Andreassi (grande cineasta già omaggiato dall’edizione 2014 del festival) per il programma televisivo Album. Fotografie dell’Italia di ieri (1977).
Sabato 19, dalle ore 14.30, sarà invece la volta del focus dedicato all’attore Richard Harrison, protagonista di molti western e peplum italiani: dei tanti film da lui interpretati si vedranno L’ultimo gladiatore (1964) di Umberto Lenzi e Una donna per 7 bastardi (1974) di Roberto Bianchi Montero, a cui si legherà la presentazione di Giancarlo Stampalia del volume scritto con lo stesso Harrison The Harrison Variations”, e un intervento di Maurizio Radacich sul caratterista triestino Livio Lorenzon, che appare nel film di Lenzi in programma.
Nel tardo pomeriggio, dalle ore 18.15 si tornerà sul rigore anti-militarista di Ermanno Olmi, specie nel sodalizio con Mario Rigoni Stern, il cui contributo alla sceneggiatura caratterizza tanto il lungometraggio televisivo I recuperanti (1964) che il breve Ritorno al paese (1967), programmati insieme al cortometraggio L’alpino della Settima (1969) di Giuseppe Taffarel.
Tutta la sera di sabato, a partire dalle ore 20.45, sarà invece dedicata al cinema della scultrice e pittrice francese Niki de Saint Phalle, aprendo con il tributo di Paola Pisani My Love (2015) e alla presenza d’eccezione della figlia Laura Duke Condominas. Unica artista donna del movimento del Nouveau Réalisme, nota per aver ideato e realizzato – sempre all’insegna della ribellione contro i poteri costituiti e della riappropriazione simbolica del corpo femminile – gli Shooting Paintings e le enormi sculture di nudi femminili dette Nanas, Niki de Saint Phalle ha diretto anche due lungometraggi inclassificabili ed estremamente personali. Il primo, il semiautobiografico Daddy: A Bedtime Story (1973) e la fiaba barocca per adulti Camélia et le dragon (1976), noto anche con il titolo Un rêve plus long que la nuit.
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