In Resident Evil: Retribution, quinto capitolo, in 3D, del fortunato franchise ispirato all’omonima serie di videogame, la statuaria Milla Jovovich si ritrova clonata in mille controparti di sé stessa, un corpo – perfetto – in grado di contenere molte anime. E’ proprio così che, spesso, accade nei videogiochi. Lo stesso personaggio, interpretato da due giocatori diversi, può essere protagonista e antagonista, distinguendosi magari per una piccola variazione come il colore del vestito o un taglio di capelli. E quando muore, può rinascere, in alcuni casi anche rinvigorito.
D’altro canto, la saga, cinematograficamente parlando, si è sempre basata sulla presenza scenica e sul fisico elegante della bella attrice di origine ucraina, in grado, con i suoi movimenti aggraziati, di trasformare in un balletto coreografico anche il più sanguinolento dei combattimenti che, come sappiamo, nella serie basata sulla conquista del mondo da parte di tecno-zombi animati da un potentissimo virus mutageno, certo non mancano. Quando poi alla macchina da presa, come in questo caso, c’è il suo amorevole maritino Paul W.S. Anderson – com’era successo nel primo episodio del 2002 e nel quarto, del 2010 – chiaro che le movenze sexy di Milla diventano ancora più centrali nel quadro generale.
E non usiamo il termine ‘quadro’ a caso, dato che è la parola con cui, nei videogame, si indica uno dei vari livelli, sempre più difficili, da superare per arrivare vittoriosi alla conclusione della partita. Questo film, più che mai, rimanda a questa struttura, mutuando dal mondo videoludico anche molti altri elementi – dal power-up che potenzia le capacità fisiche del protagonista alla spalla che interviene tempestivamente per aiutarlo nei momenti di difficoltà – infarcendo il tutto di azione ai massimi livelli e una pulsante colonna sonora heavy metal.
Sembrerebbe tutto naturale, data la fonte, e invece no. Chi frequenta il mondo dell’intrattenimento elettronico sa bene che, in origine, Resident Evil era tutt’altro genere di gioco, basato sulla ricerca, sulla riflessione, sull’atmosfera, e su un andamento estremamente lento che però riusciva nell’intento di far balzare l’utente sulla sedia quando, all’improvviso e più o meno inaspettatamente, saltava fuori dall’armadio lo zombie di turno. Perfino il personaggio di Milla, Alice, nelle prime uscite che si potevano giocare sul PC o sull’ormai vetusta Playstation 1, non c’era. Ma il pubblico dimostra di gradire e infatti il finale di Retribution, che esce il 28 settembre, lascia le porte molto aperte a un altro apocalittico episodio, forse l’ultimo, prima dell’eventuale reboot. Un termine che, non si può evitare di ricordarlo, viene anch’esso dal mondo dei computer.
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