MILENA CANONERO


Il nome di Milena Canonero richiama alla memoria capolavori come Arancia meccanica e Shining di Stanley Kubrick, Momenti di gloria di Hugh Hudson, la trilogia de Il padrino, fino all’ultimo Titus di Julie Taymor. Film celebri non solo per la genialità di coloro che li hanno diretti e ideati, ma anche per la maestria di questa costumista italiana.
La Canonero è di casa agli Academy Awards: due volte premio Oscar per Barry Lyndon e Momenti di gloria, 4 nomination, e quest’anno di nuovo in corsa per la statuetta con i costumi de L’intrigo della collana.
La costumista sarà impegnata per i prossimi mesi sul set di Solaris, remake del film di Andrej Tarkovskij diretto questa volta da Steven Soderbergh. La raggiungiamo telefonicamente nella sua casa di Los Angeles.

Lei, italiana di nascita, ha lavorato molto poco con registi italiani. L’unica collaborazione è con Roberto Faenza nel 1991 per Mio caro dottor Gräsler. Le piacerebbe lavorare con qualche connazionale?
Molto. Sarei felice di poter creare costumi per registi come Ermanno Olmi, Bernardo Bertolucci e Nanni Moretti. Il mestiere delle armi è un film straordinario. Tutto era di notevole qualità. La scelta del cast, con attori anche non professionisti, era perfetta. Mi piace poi il tipo di cinema che fa Nanni Moretti. Lavorerei volentieri con lui, anche se i suoi film non hanno quella ricchezza di costumi che spesso creo.

Hilary Swank, protagonista de “L’intrigo della collana” è una contessa della fine del ‘700. Appare nella prima scena vestita di un rosso acceso. Una scelta forte, considerando la bellezza quasi androgina dell’attrice.
L’idea di vestirla in questo modo è dettata da una ragione psicologica. Il rosso simboleggia l’arrivo del pericolo, del sangue, della rivoluzione che da lì a qualche anno distruggerà la monarchia francese. La contessa Jean de la Motte in quella scena è circondata da una nuvola di colori molto tenui. Sono i vestiti dei nobili che frequentano la corte di Versailles, ombre di un passato che sta per essere spazzato via. Poco dopo arriverà la rivoluzione francese, l’evento più sanguinoso della storia. Quel costume rosso è una chiara anticipazione simbolica.

Il rosso ritorna alla fine, nei vestiti del Cardinale de Rohan…
E’ il colore cardinalizio per eccellenza, ma il passaggio tra vesti di colori delicati riflette la stessa idea. Il cardinale de Rohan in quella scena ha appena subìto le conseguenze delle scelte di una monarchia testarda, incapace di percepire la situazione nella quale sta precipitando. Se la regina Maria Antonietta avesse intuito anche solo per un momento quale immagine di lei si era fatta il popolo, non avrebbe portato denunciato l’intrigo in tribunale. La parure non interessava minimamente la regina. Era un gioiello troppo volgare per Maria Antonietta, che pur essendo una persona stravagante, aveva molto gusto in fatto di moda. Invece il popolo ha giudicato l’intrigo della collana come una ennesima dimostrazione della sua cupidigia. Lo scandalo ha davvero modificato le sorti della monarchia francese.

Dove ha preso la collana?
L’ho fatta creare da una casa di gioiellieri di Londra, gli Ashbury. Possiedono una lunga tradizione, che risale al 1700. L’originale, del quale è conservata una riproduzione a Versailles, non era un collier ma una parure. Un gioiello enorme e volgare. Una parte adornava il vestito a V, moda femminile di quell’epoca, un’altra parte il collo. Io ne ho fatto un pezzo unico. All’inizio, la parure fu creata per soddisfare i gusti alquanto discutibili della maïtresse di Luigi XV, Madame Du Barry. La donna poi cambiò idea e non acquistò più il gioiello, gettando in condizioni economiche disastrose i gioiellieri che avevano eseguito il lavoro. Madame Du Barry era una donna di bassa estrazione, divenuta molto potente grazie alla relazione con il Re.

Nell’intrigo è implicato il conte Cagliostro, intepretato da Christopher Walken. Esistono varie versioni cinematografiche di questa figura, fra cui quella di Orson Welles.
L’iconografia di Cagliostro è molto varia. I quadri che lo ritraggono esprimono una fisicità distante da quella espressa da Christopher Walken. Ma l’idea del film era proprio reintepretare queste figure. Ho vestito Cagliostro con delle inquartate più lunghe del normale, le sue vesti avevano dei ricami a mano che sembravano scorpioni. Purtroppo il montaggio finale riduce la presenza di questi simboli.

Una curiosità, chi l’ha aiutata in questo lavoro lungo e faticoso?
Delle case di costumi italiane, GP11 in particolare. Abbiamo girato a Praga e dintorni e il produttore voleva che eseguissi i preparativi in Inghilterra ma io ho coinvolto sarte e modiste italiane. La qualità del lavoro è molto più alta. I pizzi sono tutti originali del ‘700. Ci sono altri italiani nel cast tecnico: la bravissima Maria Teresa Corridoni per le parrucche e Gino Tamagnini, genio del make-up. Mi stupisco che non siano stati nominati agli Oscar.

Mi parli un po’ di “Solaris”
Completamente diverso dall’Intrigo della collana, un film minimalista, una storia misteriosa ed enigmatica. George Clooney interpreta Kelvin, Natasha McElhone è Rheya. Natasha ha lavorato sul set di Truman Show di Peter Weir e ha appena concluso Laurel Canyon di Lisa Chodolenko.

Vincerà l’Oscar, Signora Canonero?
Non credo, il mio treno si ferma qui. Il film non ha avuto successo commerciale, ma sono contenta ugualmente. L’importante è ciò che io e il mio gruppo di collaboratori siamo riusciti a realizzare.

autore
22 Marzo 2002

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