MIFED 69

La notizia più eclatante è la presenza di Harvey Weinstein: il boss della Miramax è per la prima volta ospite del Mifed. Ma i segnali positivi sono tanti, per il mercato milanese, dopo la quaresima dell’anno scorso, post-11 settembre. Dal numero dei visitatori (2.890) e dei buyers (1.445 contro i 1.060 dell’anno scorso) all’incremento di presenze qualificanti (tra le società, oltre a Miramax, Intermedia, Focus, Katy Morgan, Vortex). Le proiezioni sono partite sabato, con i pre-screenings, e proseguono fino a giovedì: affollate e protette da sistemi antipirateria. E’ forte l’attesa soprattutto per alcuni titoli americani, tra cui spicca The Hours di Stephen Daldry, con Nicole Kidman nei panni di Virginia Woolf, “bucato” per un pelo da Venezia; tra gli italiani è un’anteprima assoluta Prendimi l’anima di Roberto Faenza, sul triangolo psicoanalitico tra Sabina Spielrein, Freud e Jung.
La coincidenza con la deadline per proporre i film all’Oscar nella categoria stranieri ha puntato i riflettori sul meglio delle cinematografie nazionali: il danese Open Hearts di Susanne Bier, lo svedese Lilya 4 ever di Lucas Moodysson, il taiwanese The Best of Times di Chang Tso-Chi, il thailandese Mon-rak transistor di Pen-ek Ratanaruang, il coreano Oasis di Lee Chang. Visti nei principali festival, da Cannes a Venezia, ma mai tutti insieme. Ci sono anche due dei tre italiani papabili – Respiro di Emanuele Crialese (Roissy Films) e L’ora di religione di Marco Bellocchio (Raitrade) – non c’è Pinocchio, che ha una carriera internazionale già “segnata”, ma va forte un intelligente repechage d’annata, il Pinocchio televisivo di Luigi Comencini.