Il cinema italiano fa incetta di premi al Festival del Cinema Mediterraneo di Tétouan che ha chiuso da poco la sua 20esima edizione. Miele di Valeria Golino ha vinto infatti il Prix Azzeddine Meddour pour la Première Oeuvre (del valore di circa 2.000 euro). La giuria, presieduta dal maestro del cinema siriano Mohamad Malas e composta da Caterina d’Amico, dall’attrice marocchina Fatima Khair, dall’attore e regista francese Pascale Thoreau e dalla giornalista e critica cinematografica Barbara Lorey de Lacharrière, ha così motivato il premio: “Opera matura, sceneggiatura luminosa da un soggetto delicato, acuta direzione degli attori”. Nella sezione documentari si è distinto Un Homme médiocre en cette époque de prétendus surhommes di Angelo Caperna – racconto dell’ascesa del fascismo dalla prospettiva di Ranuccio Bianchi Bandinelli, uomo di cultura discendente da un nobile casato senese, che ha vinto il Prix Spécial du Jury (del valore di circa 2.000 euro). Il Grand Prix de la Ville de Tétouan del concorso cortometraggi è andato ad Antonio De Palo per il suo Volti, riflessione sui processi di integrazione, ambientato in un piccolo teatro storico e recitato da un cast misto di attori disabili e normodotati (del valore di circa 3.500 euro). “Una vittoria, quella dei film italiani che dimostra come, quando c’è la voglia e l’interesse di intercettare le sensibilità altrui, è facile non sbagliare e individuare ciò che piace dall’altra parte del Mediterraneo”, commenta la direttrice del Medfilm Festival di Roma, Ginella Vocca, che per il sesto anno consecutivo ha portato a Tétouan la selezione italiana.
Gli altri film italiani presentati al Festival di Tétouan sono stati L’intrepido di Gianni Amelio, programmato nell’ambito del Focus Cinema e Diritti umani e Sta per piovere di Haider Rashid, in competizione nel concorso internazionale.
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