Promette di scandalizzare L’odore del sangue, in sala dal 2 aprile distribuito da Mikado. Il romanzo di Goffredo Parise (vedi scheda online) pubblicato postumo, a lungo corteggiato dal cinema, ma diventato un film grazie al coraggio di Mario Martone. Un film che rischia il divieto ai minori, secondo Michele Placido. Mentre il regista spera di no: “La censura, a mio avviso, appartiene a un tempo da far sparire una volta e per tutte. Comunque io ho fatto un film senza pensare alla censura. Mi auguro che almeno i sedicenni possano vederlo e magari criticarlo, un divieto ai 18 anni sarebbe forte. A volte ci sono storie amorali che non sono censurate, L’odore del sangue è invece un film con un forte moralismo”.
Placido è chiamato a incarnare la follia amorosa dello scrittore cinquantaquattrenne, indebolito da un infarto e ossessionato da una morbosa gelosia verso la compagna, Giosetta Fioroni (Fanny Ardant) “La decadenza psicofisica – racconta l’attore-regista – lo portò a fissarsi sull’idea che la donna lo tradisse, interpretò male le telefonate serali di un giovane amico e forse proiettò il suo innamoramento per una ragazza”, che nel film è Giovanna Giuliani. Quelle fantasie senili divennero letteratura, diario di un’ossessione che Parise non volle dare alle stampe ma che neppure distrusse. “Il linguaggio è durissimo, spesso osceno. Come in tutte le grandi storie d’amore, le lacerazioni dell’anima portano a confondere i confini tra il bene e il male, tra l’affetto e l’odio”, dice ancora l’interprete. Parise – racconta Placido – parla di intimità senza ipocrisie, descrive tutto, le dimensioni del pene, i fallimenti sessuali… E Martone, in questo, è fedele al libro. “Ecco perché L’odore del sangue non ha avuto soldi né dal ministero né dalla Rai e neanche da Bruxelles. Di sicuro sarà vietato ai 18 anni. Siamo un paese cattolico, che tende a cancellare la sessualità e gli affetti, anche se sono queste le molle che ci muovono tutti”.
Reduce da Un viaggio chiamato amore, che ha deluso la critica, dice, perché si aspettavano un film sul poeta Dino Campana o sulla femminista Sibilla Aleramo, e invece hanno avuto solo la passione tra un uomo e una donna, Placido sta già pensando a un nuovo film da regista. Un copione pirandelliano scritto apposta per Stefano Accorsi (Coppa Volpi per Un viaggio chiamato amore) e prodotto ancora una volta dalla Cattleya di Tozzi. S’intitolerà Dovunque sei. “Ho recitato almeno 2000 volte L’uomo dal fiore in bocca e ancora mi ispira”, suggerisce Placido. E rivela che ci sarà un ruolo per la figlia Violante. “Insieme non abbiamo mai recitato, ma stavolta credo che il ruolo fosse giusto per lei”.
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