Giunto alle soglie dei fatidici 60 anni (li comperà il prossimo 19 maggio) Michele Placido si divide ultimamente con frenetica vitalità e felice concretezza fra diversi e notevoli progetti per il cinema, il teatro e la fiction tv. In questi giorni in cui si è concesso una breve pausa sulla neve con i figli, l’iperattivo ed eclettico attore e regista pugliese sembra quasi scalpitare per la momentanea, forzata inattività: in attesa di ulteriori buone notizie sulla carriera internazionale del suo incisivo Romanzo criminale sta recitando ne La sconosciuta di Giuseppe Tornatore mentre in primavera usciranno due altri film interpretati negli ultimi mesi, l’attesissimo Il caimano di Nanni Moretti e Arrivederci amore ciao di Michele Soavi. “Sono molto soddisfatto dell’accoglienza ricevuta da Romanzo criminale, mi dicono che potrebbe ottenere importanti candidature ai Nastri d’Argento e spero che possa essere adeguatamente apprezzato anche all’estero ad esempio partecipando al prossimo Festival di Berlino. Intanto uscirà a marzo in Francia con un lancio in grande stile in 250 copie preceduto dalla pubblicazione del libro di Giancarlo De Cataldo da cui è tratto che Fabio Conversi, co-produttore del film insieme a Cattleya e Warner bros., sta curando proprio in questi giorni”, spiega.
Che cosa può anticipare del film di Tornatore che sta finendo di girare?
La sconosciuta è un film prodotto da Medusa e Miramax, in cui recito con l’attrice russa Xenia Rappoport, protagonista nel ruolo del titolo, oltre che con Margherita Buy, Claudia Gerini, Pierfrancesco Favino, Alessandro Haber e Piera Degli Esposti. La mia parte è quella di un uomo particolarmente odioso che si muove in un mondo di extracomunitari e di gente sfruttata e infelice. E’ un cattivo a tutto tondo, un personaggio estremo per interpretare il quale Tornatore mi ha chiesto dei sacrifici sia sul piano fisico che sul piano etico: ci sono cambiamenti che in qualche modo disgustano anche me… Sono particolarmente felice del rapporto di grande stima che si è instaurato con Giuseppe che mi aveva già cercato in passato per portare in teatro Una pura formalità , il suo film con Depardieu e Polanski. Lui è un enfant prodige… ben cresciuto che fa parte della generazione successiva ai grandi maestri, ha vinto un Oscar, è stimatissimo in campo internazionale e rappresenta la serie A assoluta. Mi ha molto colpito di lui la leggerezza, l’ironia e l’autoironia sul set e fuori e la sua grande capacità di scoprire talenti come è avvenuto con la sua meravigliosa protagonista.
Veniamo a “Il caimano”, il nuovo film di Nanni Moretti di cui lei è uno degli interpreti con Silvio Orlando, Margherita Buy e Jasmine Trinca: nessun dettaglio sulla trama rigorosamente top secret, ma…
Posso solo dire – pena la fucilazione sul campo – che il film è una summa dell’ironia tipica di Moretti e che il mio personaggio si muove nell’Italia berlusconiana ed ha in qualche modo a che fare con il vero Berlusconi. E’ l’unico ruolo del film che somiglia un po’ a quello che io sono davvero nella vita, Nanni – con grande delicatezza – mi ha chiesto anche di accennare a mie vere cose personali. Gliene ne sono grato perché mi sembrava giusto poter giocare insieme con grande complicità e anche, perché no, prendermi un po’ in giro: ci sono state varie occasioni di grande divertimento reciproco. Conosco Moretti da 30 anni, dai tempi in cui voleva che fossi io il protagonista di Io sono un autarchico, il suo primo film girato in super 8 a bassissimo costo, perché lui inizialmente voleva limitarsi a fare il regista. Gli dissi di no (e feci la sua fortuna perché si decise anche a recitare…) ma nel 1977 fui io a produrre il suo Ecce bombo insieme a Stefano Satta Flores, Flavio Bucci e Mario Gallo: il suo primo grande successo. Anche se Nanni è molto poco mondano ci siamo sempre frequentati e rispettati reciprocamente e lui si è sempre interessato al mio lavoro anche da regista, amando in modo speciale uno dei miei film più controversi, Ovunque sei.
Quali sono i suoi impegni nel futuro più immediato?
Mi sta molto a cuore il Teatro Tor Bella Monaca di Roma di cui sono diventato producer e organizzatore: sarà la grande sfida e la grande sorpresa dei prossimi anni. A inaugurarlo, poco prima di Natale, attori del calibro di Margherita Buy, Isabella Ferrari, Silvio Orlando, Sergio Rubini e Fabrizio Bentivoglio, accanto a me. Al di là dei luoghi comuni sul degrado e il disagio sociale, in questo quartiere di ben 350.000 abitanti vive una grande maggioranza di persone operose e civili. Sono convinto che il sindaco Veltroni sia molto lungimirante nell’investire non solo sui servizi ma anche nella cultura.
Sta pensando anche ad un nuovo film da dirigere?
Ci sono varie idee ma aspetto i risultati dell’uscita francese di Romanzo criminale: se il film andrà bene studierò strategie diverse, cercando i futuri finanziamenti anche sui mercati stranieri. Bisogna pensare a storie che rinnovino la grande tradizione del nostro cinema d’impegno civile, innestate però nelle grandi tematiche sociali internazionali e credo che il nuovo film riguarderà l’integrazione nella nuova Europa, mi piacerebbe parlare di un’Europa sotteranea che sta esplodendo socialmente e culturalmente in una storia che si svolgerà in varie città europee pur avendo connotati tipicamente italiani.
Altri progetti come attore, invece?
Ho da poco finito di recitare nella seconda parte della fiction tv di Giacomo Battiato dedicata a Papa Giovanni Paolo II, intitolata Karol, dove interpreto la parte del medico del Papa, il dottor Buzzonetti. Nelle prossime settimane girerò invece a Napoli diretto da Riccardo Milani, Assunta Spina, una miniserie in due puntate per il centenario della nascita della Titanus che avrà Bianca Guaccero come protagonista. Sarà un grande onore per me poter recitare il ruolo dell’amante della protagonista, il macellaio Michele, che fu di Eduardo nel film omonimo con Anna Magnani che Mario Mattoli portò sullo schermo dalle pagine di Salvatore Di Giacomo quasi 60 anni fa.
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