Un’ esperienza artistica totale e totalizzante, che fa sposare arte e tecnologia. Qualcosa che fino ad oggi non c’era, eppure forte di una propria valenza filologica e artistica. Per alcuni minuti ci si è trovati letteralmente immersi nella Genesi: copiose cascate di acqua e fiammeggianti lingue di fuoco, astratte geometrie policrome, e riproduzioni fedelissime di dipinti e architetture, hanno avvolto a 270° chi nei pochi minuti d’anteprima era seduto nell’Auditorium Conciliazione, sede permanente dello show per almeno un anno. Sono stati prevenduti ad oggi 35.000 biglietti, per questo spettacolo nato in due lingue – italiano e inglese – ma fruibile in sette, grazie all’ausilio di cuffie.
Dopo un’anteprima stampa che alcuni mesi fa nelle sale Vaticane aveva anticipato questo debutto, creando una forte attesa, lo spettacolo è stato ufficialmente presentato dai suoi creatori, in attesa della visione aperta a tutto il pubblico, a partire dal 15 marzo.
“Un progetto di artainment, importante perché in un contesto culturale così gridato o stanco oggi l’arte sta diventando luogo di una nuova educazione dello sguardo e della parola, dando un accesso privilegiato ad alcuni tesori “. Queste le parole di mons. Dario E.Viganò, prefetto per la segreteria della Comunicazione dello Stato della Città del Vaticano, che ha continuato tenendo a precisare che il cuore di Giudizio Universale ha “un sapere e un sentire differente da quello fino ad ora avuto verso l’arte: defigurazione e configurazione sono garantiti dalla tecnologia. Si assiste ad una ipervisione cognitiva, dello sguardo, nonché patemica”.
Una spettacolarità visiva, indubbiamente, permessa da un contributo corale di prestigiosissimi artisti e tecnici, con la co-regia della giovane Lulu Helbek: “Giudizio Universale è una storia vera e propria di un luogo magnifico e con protagonisti, primo in assoluto Michelangelo, che hanno camminato davvero in quei corridoi vaticani. Voliamo sotto alla Volta del Giudizio e ci nutriamo delle sue immagini, dettagli che in Cappella Sistina, a occhio nudo, non riesci a vedere con calma e precisione. Volevamo raccontare cosa ci fosse tra l’artista e l’opera. La fine dello spettacolo è una sorta di rito collettivo: questo ‘portale’ che è il Giudizio Universale vorremmo s’aprisse anche agli spettatori dopo l’ora di show. Ci sono musica, voce, sound design spazializzato, tutto senza gerarchie: tutti hanno voce in capitolo, concorrono tutti quanti alla narrazione della storia”.
Una storia che ha un narratore d’eccezione, lo stesso Michelangelo Buonarroti, a cui dà voce – sia nella versione italiana, che in quella inglese – Pierfrancesco Favino. “La mia adesione iniziale è stata per l’uso delle tecnologie, a cui sono appassionato. Così, ragionando, non è stato difficile pensare di essere ‘solo una parte’ del tutto. Tutto quello che riesce a dare eco al nostro patrimonio artistico va fatto. Il mio apporto ha soddisfatto la mia meraviglia nell’avvicinarmi all’idea della Creazione”. Un Favino grato a questa opportunità professionale, ma che ricorda anche il suo primo imprinting sotto la Volta dipinta da Michelangelo: “La prima volta alla Cappella Sistina ero bambino e l’effetto fu sensoriale: oggi abbiamo la possibilità di piegare le pareti, di renderle vive. Si fa imprescindibile la ‘biblia pauperum’, il saper raccontare attraverso le immagini”.
Al nostro artista s’aggiunge anche un altro artista, della musica però: Sting. Il cantante, ha dichiarato che: “fare ‘una colonna sonora’ di una visione come la Cappella Sistina è un’esperienza mistica”. Sua una suggestiva interpretazione canora in latino del Dies Irae del XIII secolo. Uno spettacolo senza il quale la consulenza scientifica dei Musei Vaticani, primissimo detentore del prezioso Giudizio Universale, non sarebbe stato possibile e proprio la direttrice, Barbara Jatta, ha espresso il suo punto di vista sulla collaborazione e sulla trasformazione dell’opera: “Capìta la portata innovativa del progetto, fornendo immagini ad altissima risoluzione, della Cappella e dei Quattrocentisti, l’abbiamo subito supportato, perché è nello spirito dei Musei la convergenza tra tradizione e innovazione. Considero questo binomio la nostra chiave. Abbiamo collaborato anche perché non commettessero errori storici o artistici. Non sostituisce la Cappella Sistina, ma è un bellissimo approfondimento, fuori dal comune”.
Maestro di creatività, cerimoniere, regista assoluto di tutto il progetto è Marco Balich. “Stiamo presentando all’Italia uno spettacolo assoluto, la summa di tutte le esperienze fatte fino ad ora nel mondo. Farlo in Italia, a Roma, significa un gesto d’amore per la nostra cultura. Lo spettacolo apre e traduce l’arte e la bellezza anche ai più piccoli, presentando Michelangelo come un vero supereroe: in questo Diana Braco ci supporta nel contaminare nuove generazioni e arte. La bellezza sta nel contaminare tanti linguaggi. E’ come un iMax sul soffitto. Siamo pronti a farvi vedere una cosa unica al mondo”.
Lo spettacolo immersivo ha potuto contare su strumenti tecnologici di altissima qualità e ultimissima generazione – Panasonic, Osram, Bose – e potrà essere goduto tutti i giorni da metà marzo, presso l’Auditorium della Conciliazione. Si rivolge a tutte le fasce d’età, a tutte le culture, senza escludere – tutt’altro – anche i bambini.
Evento speciale dedicato al doc presentato alla Festa del Cinema di Roma, La valanga azzurra, produzione Fandango e Luce Cinecittà in collaborazione con Rai Documentari
Il film sarà proiettato il 27 novembre alle ore 21.00
La proiezione si è svolta al MoMA. In sala, tra gli ospiti d’eccezione, i membri dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences e i Golden Globe Voters
Domani, martedì 26 novembre, alle ore 21, il Cinema Greenwich ospiterà la proiezione del film di Yuri Ancarani, nell'ambito della rassegna Solo di martedì