MiBAC, stop a ruolo di mediazione su Cinecittà Studios


Mentre dal 5 luglio, davanti ai cancelli di via Tuscolana, prosegue la protesta dei lavoratori di Cinecittà Studios e di Cinecittà Digital Factory con un presidio permanente e l’occupazione, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali fa sapere che sono venute meno le condizioni per impegnarsi a favorire il dialogo tra le rappresentanze sindacali dei lavoratori e la dirigenza di Cinecittà Studios.
“Il MiBAC, con delegazione guidata dal Segretario Generale, arch. Antonia Pasqua Recchia, ha incontrato lo scorso 10 luglio le rappresentanze dei lavoratori, ascoltandone le ragioni e proponendosi quale facilitatore per un incontro con i vertici aziendali – si legge in un comunicato del MiBAC – Come segnale di disponibilità al dialogo anche da parte delle organizzazioni, il Ministero aveva chiesto di interrompere, fino all’incontro con l’azienda che si sarebbe dovuto svolgere entro questa settimana, le diverse iniziative di protesta.
Nonostante la formalizzazione dei reciproci impegni, le organizzazioni sindacali hanno tuttavia comunicato che l’assemblea dei lavoratori ha votato all’unanimità il proseguimento delle iniziative di lotta con ulteriori 8 giorni di sciopero e il mantenimento del presidio con occupazione.
Di fronte a tale prospettiva – continua la nota – non sembrano sussistere le condizioni affinché il Mibac possa continuare ad impegnarsi per favorire il dialogo fra le parti, in un ruolo di mediazione che è l’unico possibile”.
Il Ministero, peraltro, precisa che “con le competenti strutture amministrative, continuerà a esercitare con attenzione i compiti di vigilanza e tutela che gli competono, non solo monitorando il corretto adempimento delle clausole contrattuali relative al comprensorio di Cinecittà e assicurando la necessaria salvaguardia della specificità culturale del sito medesimo, ma anche attraverso l’esercizio dei poteri di autotutela eventualmente necessari per la regolarizzazione di tutti gli immobili attualmente nel comprensorio al fine – conclude il comunicato -di consentire la conservazione, il restauro, la valorizzazione e lo sviluppo del patrimonio immobiliare di Cinecittà”.

Con un avviso a pagamento pubblicato su quattro quotidiani nazionali Cinecittà Studios ha spiegato il contestato piano di riorganizzazione produttiva, necessario per essere competitivi: “Da domani Cinecittà dovrà essere un grande Hub cinematografico”. Così Cinecittà Studios punta alla “presenza di un grande partner per i servizi di post produzione che permetterà di rafforzare all’interno degli Studios questi servizi tecnologici”. Viene poi ricordata la partnership societaria con il leader italiano nel settore dei mezzi tecnici di ripresa digitale: “Panalight, esclusivista del prestigioso marchio Panavision in Italia, consentirà di creare all’interno degli Studios un centro di eccellenza senza eguali in Italia e nell’Europa mediterranea”. Cinecittà Allestimenti e Tematizzazioni sarà invece “una vera e propria azienda che, pur mantenendosi pronta a servire il cinema, svilupperà a livello nazionale e internazionale il settore degli allestimenti tematici”.
Quanto alla costruzione di nuove strutture all’interno dell’area di Cinecittà si precisa che “su aree limitrofe oggi sgombre ed abbandonate verrà realizzato il primo grande teatro di posa digitale in Italia, attrezzerie moderne, uffici ed attività di accoglienza”. Infine viene ricordato che dal 2011 Cinecittà Studios sono anche Produttori esecutivi per le grandi produzioni internazionali, attività iniziata di recente con To Rome With Love di Woody Allen.
In chiusura del lungo avviso rivolto “ai nostri clienti, al mondo del cinema, ai cittadini di Roma”, si sottolinea che “l’attuazione del progetto, laddove condiviso, non prevede alcun esubero occupazionale, ma piuttosto nuove opportunità di sviluppo”.

Non la pensano così le rappresentanze sindacali degli Studios che denunciano “la speculazione edilizia a Cinecittà. Albergo, palestra, parcheggi e piscina a quale cultura appartengono?”. Un piano che ha l’obiettivo di “liberare Cinecittà dai lavoratori e dunque prevede 90 dipendenti, tutta la post-produzione, affittati a Deluxe, 50 unità trasferite sulla Pontina, 6 lavoratori ceduti a Panalight, 45 in attesa di giudizio nel sito storico, 20 dipendenti licenziati”.

Una mozione bipartisan sulla vicenda di Cinecittà Studios è stata presentata in una conferenza stampa a Montecitorio, dal deputato PD Roberto Morassut insieme al collega PdL Fabio Rampelli.
“Cinecittà più volte è stata esposta a trasformazioni o cambi d’uso – ha spiegato Morassut – ma si è riusciti sempre ad evitare un destino negativo, molto spesso legato al mondo dell’edilizia. Siamo qui per evitare che questo immenso patrimonio possa essere svenduto o trasformato in un centro commerciale o albergo”

Nel testo della mozione, firmata tra gli altri da Meta (Pd); Aracri (Pdl); Pompili (Pd); Marsilio (Pdl); Giulietti (Misto); Carella (Pd); Sammarco (Pdl), si sollecita “un serio impegno da parte del gestore per garantire politiche del lavoro che incrementino l’utilizzo degli stabilimenti di Cinecittà” e “a tenere conto del fatto che, grazie alle enormi potenzialità e peculiarità offerte dalla struttura, sarebbe opportuno programmare la realizzazione del Festival del Cinema di Roma proprio all’interno del complesso di Cinecittà”.

Un comitato di sostegno dei lavoratori di Cinecittà, in seno al Consiglio regionale del Lazio, è stato nel frattempo annunciato dai consiglieri regionali Giulia Rodano (IdV), Fabio Nobile (FdS), Enzo Foschi (PD) e Luigi Nieri (SEL). “Il comitato spiegano – promuoverà in aula tutte le possibili iniziative di sostegno alle ragioni delle maestranze e contrasterà il cambio di destinazione d’uso che viene paventato per lo storico sito di via Tuscolana. Il primo obiettivo del comitato sarà incoraggiare un rapido inserimento delle mozioni sul futuro di Cinecittà all’ordine del giorno dell’Aula”.

Un appello al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio viene da alcuni autori nazionali e internazionali, tra i primi firmatari: Gianni Amelio, Marco Bellocchio, Bernardo Bertolucci, Costantinos Costa Gavras, Ugo Gregoretti, Ken Loach, Citto Maselli, Franco Nero, Vanessa Redgrave, Pasquale Scimeca, Ettore Scola, Bertrand Tavernier e Giuseppe Tornatore.
“Gli studi di Cinecittà sono famosi in tutto il mondo come luogo d’eccellenza per la creazione di opere cinematografiche. Insieme ai suoi studi e ai suoi laboratori sono le straordinarie professionalità dei maestri costruttori e scultori, degli artigiani del gesso e dei macchinisti di scena ad aver attirato a Roma le più grandi produzioni europee e d’oltreoceano – recita l’appello indirizzato a Giorgio Napolitano e a Mario Monti – Ora il piano industriale dei privati che gestiscono gli Studios prevede da un lato lo smantellamento delle attività cinematografiche dall’altro la costruzione di alberghi e ‘centri benessere’ avviando così quel processo di cementificazione e sfruttamento dell’area che alcuni dei più importanti imprenditori edili della regione meditano da tempo. Per questo noi sottoscritti autori cinematografici rivolgiamo un appello al Presidente della Repubblica italiana e al Presidente del Consiglio perché intervengano urgentemente per impedire tutto ciò”.

Oltre alla solidarietà dell’Anac, la Società francese degli Autori, Registi e Produttori (ARP) ha lanciato una petizione per proteggere gli studios di Cinecittà dalla “cementificazione”. Hanno firmato Claude Lelouch, Costa-Gavras, Michel Hazanavicius, Cedric Klapisch, Coline Serreau, Radu Mihaileanu, Jean-Jacques Beineix, Jeanne Labrune, Olivier Nakache, Artus de Penguern, Jean-Paul Salomé, Abderrahmane Sissako e Raoul Peck.

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