Cinecittà Luce non chiuderà ma serve un provvedimento che le permetta di “adempiere alla propria missione”. Lo sottolinea il ministero per i Beni e le Attività culturali, dopo aver confermato che per effetto dei tagli al Fus “il contributo a Cinecittà Luce SpA non potrà superare verosimilmente gli otto milioni di euro per il 2011”.
Il dicastero tuttavia esclude categoricamente l’eventualità della chiusura. “Tali risorse, come più volte pubblicamente denunciato dallo stesso ministro Sandro Bondi, sono tuttavia del tutto insufficienti a garantire qualsiasi attività e a mantenere integra la forza lavoro attualmente in opera, con grave detrimento delle capacità di attrazione di investimenti privati e inevitabile contrazione dei ricavi propri. Una situazione che senza il reintegro delle risorse del Fus al livello minimo di sopravvivenza pari alla dotazione del 2010 di 414 milioni di euro, presto interesserà altre importanti istituzioni culturali italiane. Pertanto è auspicabile un provvedimento che permetta a Cinecittà Luce come a tutte le altre realtà sostenute dal Fus di adempiere alla propria missione istituzionale nel pieno interesse della cultura e dell’economia del nostro Paese”.
E il sottosegretario ai Beni e alle Attività culturali Francesco Maria Giro così commenta la situazione all’Ansa: “La settimana prossima dovremmo affrontare il caso Cinecittà che in questi due anni ha risanato i propri conti e riqualificato la propria missione aziendale. Ma con il taglio previsto del Fus che la riguarda, e che passa da 14 a 7/8 milioni, rischia di dover di fatto bloccare le proprie attività e questo sarebbe difficilmente comprensibile in Italia ma anche all’estero proprio nel momento in cui il cinema italiano sta vivendo una forte ripresa. Cinecittà è un patrimonio che ci distingue nel mondo che dobbiamo preservare”.
E Giro sottolinea che il Governo intende fare ogni sforzo affinché “Cinecittà Luce possa continuare ad essere un marchio e una realtà fra i più antichi e prestigiosi del cinema italiano, in Italia e all’estero dove, leggiamo proprio oggi, c’è una diffusa e crescente nostalgia della Grande Cinecittà degli anni d’oro. L’impegno del Governo non sarà né dovrà essere quello di far sopravvivere Cinecittà limitandone la missione, ma di farla funzionare bene, come ha dimostrato in questi ultimi anni nei quali – continua il sottosegretario – i film presentati dalla società nei maggiori festival internazionali si sono distinti sia per la critica favorevole sia per il successo di pubblico. Quelli distribuiti da Cinecittà sono film robusti e rigorosi che hanno affrontato i grandi temi di una società aperta e globalizzata e quelli di una umanità complessa e mai banale e volentieri voglio ricordare i titoli di 20 sigarette, Lourdes, Passione e fra pochi giorni nelle nostre sale Gangor. Tutto questo straordinario lavoro – conclude il Giro – deve continuare anche perché Cinecittà in questi anni ha risanato i suoi conti, snellito la sua struttura e precisato la sua missione”.
“Non abbiamo mai parlato di chiudere Cinecittà” afferma il direttore generale per il Cinema del MiBAC Nicola Borrelli che considera la procedura di crisi un modo per “avviare una discussione volta a individuare le sofferenze del settore e avviare una strategia di razionalizzazione e rilancio”.
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