VENEZIA – Il calcio, i suoi miti, le sue leggende e il suo più grande eroe contemporaneo saranno protagonisti del “finale” delle Giornate degli Autori, che come film di chiusura il 6 settembre hanno scelto Messi di Alex de la Iglesia. Il documentario sul campione argentino mette dentro un ristorante, a confrontarsi intorno a un tavolo, alcune delle figure più significative che hanno ruotato intorno alla “Pulce” dalla sua infanzia alla sua ascesa nell’Olimpo del calcio, dagli amici che condividevano con lui le strade di Rosario da bambino a grandi nomi de pallone come Johan Cruyff, Jorge Valdano, César Luis Menotti, Andrés Iniesta, Gerard Piqué.
E così, tra immagini di repertorio delle mirabolanti azioni di quel piccoletto che sgusciava tra le gambe dei più grandi e arrivava puntualmente in gol e la voce, tra gli altri, di Maradona, prende forma la mitopoiesi del quattro volte pallone d’oro, celebre anche per i malori a bordo campo. Da quando veniva caricato di entusiasmo dalla nonna alle difficoltà di crescita risolte con una massiccia cura ormonale, fino alla difficile decisione di partire, giovanissimo, dall’Argentina per conquistare la maglia dei sogni, quella del Barcellona. E all’inevitabile paragone tra campioni argentini, la risposta sembra essere che “Messi è l’argentino che vorremmo essere, un talento puro e una persona coscienziosa, Maradona è l’argentino che siamo, talentuoso ma sregolato”. Al Lido per presentare il film, a meno di sorprese dell’ultimo minuto, dovrebbe sbarcare il regista spagnolo, ma non il fuoriclasse argentino del pallone.
"Una pellicola schietta e a tratti brutale - si legge nella motivazione - che proietta lo spettatore in un dramma spesso ignorato: quello dei bambini soldato, derubati della propria infanzia e umanità"
"Non è assolutamente un mio pensiero che non ci si possa permettere in Italia due grandi Festival Internazionali come quelli di Venezia e di Roma. Anzi credo proprio che la moltiplicazione porti a un arricchimento. Ma è chiaro che una riflessione sulla valorizzazione e sulla diversa caratterizzazione degli appuntamenti cinematografici internazionali in Italia sia doverosa. È necessario fare sistema ed esprimere quali sono le necessità di settore al fine di valorizzare il cinema a livello internazionale"
“Non possiamo permetterci di far morire Venezia. E mi chiedo se possiamo davvero permetterci due grandi festival internazionali in Italia. Non ce l’ho con il Festival di Roma, a cui auguro ogni bene, ma una riflessione è d’obbligo”. Francesca Cima lancia la provocazione. L’occasione è il tradizionale dibattito organizzato dal Sncci alla Casa del Cinema. A metà strada tra la 71° Mostra, che si è conclusa da poche settimane, e il 9° Festival di Roma, che proprio lunedì prossimo annuncerà il suo programma all'Auditorium, gli addetti ai lavori lasciano trapelare un certo pessimismo. Stemperato solo dalla indubbia soddisfazione degli autori, da Francesco Munzi e Saverio Costanzo a Ivano De Matteo, che al Lido hanno trovato un ottimo trampolino
Una precisazione di Francesca Cima
I due registi tra i protagonisti della 71a Mostra che prenderanno parte al dibattito organizzato dai critici alla Casa del Cinema il 25 settembre