MedFilm Festival apre con Guédiguian


“Una delle cose più gravi della società attuale è che non c’è più coscienza di classe. Ci sono i poveri. Ieri, si poteva stare insieme, con interessi comuni. Oggi ci sono due popoli, l’uno autoctono, salariato, sindacalizzato, che abita quartieri residenziali, l’altro disoccupato, immigrato, delinquente, di periferia. Io voglio smascherare questa bugia intellettuale”. Un proposito che il regista marsigliese Robert Guédiguian realizza con il suo apologo morale Le nevi del Kilimangiaro, storia di una solidarietà tutta da ricostruire che ha per protagonisti due operai licenziati. Il film, passato quest’anno a Cannes (Un Certain Regard) e presto in sala con la Sacher Distribuzione, inaugurerà a Roma il MedFilmFestival la sera del 19 novembre (ore 20.00) presso l’Auditorium della Conciliazione di Roma. Serata che prevede anche il Premio Koiné all’artista Michelangelo Pistoletto e il Premio alla Carriera a Sergiu Nicolaescu che, a partire dagli anni 60, con la sua attività di attore e regista, ha sostenuto il processo di libertà della Romania.

Il MedFilmFestival porta alla Casa del Cinema dal 20 al 27 novembre 40 anteprime, 3 sezioni competitive, 12 film nel Concorso, 13 opere nel Concorso documentari, 18 cortometraggi nel Concorso Methexis. 
Le Vetrine sono dedicate a Egitto e Tunisia, con opere che documentanoil prima e il durante della Primavera Araba, i fermenti che hanno preceduto la rivolta e le nuove democrazie in gestazione. Ma il Festival guarda anche ad est e fa tappa in Romania, terza Vetrina con il suo nuovo cinema in bilico tra dramma esistenziale e magico realismo. E in contemporanea con il Festival una selezione di lungometraggi, cortometraggi e documentari verrà programmata presso l’Accademia di Romania.

Unico italiano della Competizione ufficiale-Premio Amore e Psiche è Andrea Segre con Io sono Li, tenero incontro nella laguna veneta tra un’immigrata cinese e un pescatore, apprezzato ai Venice Days. In cartellone la favola utopica Silent Sonata, il bosniaco Sevdah for Karim, cruda analisi delle ferite lasciate in eredità dalla guerra alle nuove generazioni. E poi l’Iran di The Orion (film che vanta la partecipazione di Jafar Panahi al montaggio), l’Egitto dei giovani musicisti di Microphone; Zephir della regista turca Belma Bas è una dura riflessione sulla maternità.

Sei i titoli della sezione Nuova Europa-Premio Lux, tra cui oltre al film di Guédiguian vincitore del Premio Lux 2011, gli altri due titoli finalisti: Michael dell’austriaco Markus Schleinzer è un dramma sulla pedofilia; Play dello svedese Ruben Ostlund affronta il bullismo.

Open Eyes sottotitolo ‘Il cinema (si) guarda’, il Concorso documentari curato da Gianfranco Pannone, offre una selezione di opere poeticamente ancorate al reale: l’italiano This is My Land… Hebron di Giulia Amati e Stephen Natanson, lo spagnolo Guest, l’israeliano The Queen has No Crown. Giurati della sezione documentari sono Antonietta De Lillo, Kristina Cepraga e Mario Balsamo.
Il Premio Methexis del Concorso cortometraggi, viene assegnato dagli studenti di cinema di 10 paesi e dai detenuti della Casa Circondariale di Rebibbia.

Tanti gli ospiti del Med Film Festival, a cominciare dalla figura leggendaria dell’attore egiziano Omar Sharif che riceverà il Premio alla Carriera 2011, durante la cerimonia di premiazione finale del 26 novembre. E poi i giurati del Concorso Ufficiale: Danielle Arbid (Libano), Shlomi Elkabetz (Israele), Adrian Paduraru (Romania), Serra Yilmaz (Turchia), l’attore Ahmed Hafiene (Tunisia).
E ancora il regista Ismael Ferroukhi, in concorso con lo storico Les hommes libres interpretato dal divo franco-algerino de Il profeta Tahar Rahim; Sinisa Dragin e Marian Crisan autori rispettivamente di If The Seed Doesn’t Die e Morgen, entrambi in competizione, il polacco Lech Majewski nella sezione Nuova Europa con il suo The Mill and the Cross, nel cast Charlotte Rampling, Rutger Hauer e Michael York, il serbo Jasmin Durakovic, l’iraniano Zamani Esmati e Kristina Cepraga, giovane attrice rumena nota per Gli amici del Bar Margherita di Pupi Avati e Gianni e le donne di Gianni di Gregorio.

Per ragionare sulle prospettive future dei paesi del Maghreb sono attesi i registi tunisini Raja Amari con Satin Rouge, Mourad Ben Cheikh, autore del documentario No More Fear girato nei giorni della rivolta tunisina, e Jamel Mokni con il controverso Hymen National.

Così come un contributo di analisi e riflessione verranno sia dalla 2a edizione della Giornata delle Letterature dedicata agli autori tunisini ed egiziani; sia dal Forum “Nuovi confini dell’Europa, nuovi orizzonti web”. A conclusione del forum verrà proiettato 18 Days, film collettivo egiziano su quanto accaduto durante i giorni della protesta di Piazza Tahrir.

Infine, nell’Anno europeo del Volontariato, il convegno Virtutes Agendae organizzato da MODAVI Onlus e dedicato al volontariato come strumento di pace.

autore
15 Novembre 2011

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