MAURIZIO FORESTIERI


7 milioni di euro per raccontare la storia della pizza napoletana. E’ la cifra investita da Medusa nel cartoon Totò Sapore e la magica storia della pizza in uscita a Natale 2003. Prodotto da Lanterna Magica, è la grande occasione di Maurizio Forestieri, disegnatore classe 1961, 2 volte in concorso a Cannes, nel 1988 e 1994, con i corti d’animazione Pasta-shoot-ah e Domo 1994. Il protagonista, un giovane cantastorie della Napoli del ‘700 che sazia di canzoni il popolo affamato e grazie a un set di pentole magiche diventa chef reale, si è affacciato ieri a Cartoons on the Bay, il festival di Positano, per una sneak preview. Al seguito l’amico Pulcinella e l’innamorata francese Confiance. E come nella migliore tradizione favolistica non manca il nemico giurato, qui incarnato dalla perfida strega Vesuvia.
Il cast di voci è napoletano doc: Lello Arena, anche direttore del doppiaggio, interpreta Pulcinella, Mario Merola è Vincenzone, corpulento aiutante della strega Pietra Montecorvino. Francesco Paolantoni dà voce alle pentole. Le musiche sono di Edoardo e Eugenio Bennato, per la prima volta insieme.
Totò Sapore e la magica storia della pizza, in uscita il 19 dicembre in 150 copie distribuito da Medusa, affronterà l’agguerrita concorrenza di Sinbad, colosso animato targato DreamWork. Ma la vera sfida sarà con Opopomoz, secondo film di Enzo D’Alò dopo il divorzio, tutt’altro che pacifico, da Lanterna Magica.

Perché una storia animata della pizza?
L’idea viene dall’opera Il cuoco prigioniero di Roberto Piumini. Mi ha colpito subito anche perché mi ero già occupato di temi alimentari, ma la storia del film è molto più articolata del testo originale. L’ingrediente base è la favola condita con commedia, avventura, amore, guerra e molto humour. Tutto sullo sfondo di una Napoli del ‘700 immaginaria, senza riferimenti storici precisi.

A quale stile dell’animazione si è rifatto nella creazione dei personaggi?
E’ un film dal taglio classico, costruito con milioni di disegni a mano, quasi disneyano. Totò somiglia vagamente ad Aladin con il suo aspetto mediterraneo. Pulcinella invece è quello di Lele Luzzati. La scommessa sta nella combinazione tra disegno bidimensionale e l’animazione in 3D: il personaggio della strega è tridimensionale come 30 minuti di scenografie. Abbiamo cominciato a lavorare un anno e mezzo fa: l’ideazione e la creatività sono tutte italiane ma per motivi produttivi parte della realizzazione è dislocata in studi coreani e spagnoli.

Com’è la colonna sonora?
Eugenio Bennato è un cultore della tradizione musicale napoletana. Da lì sono partiti per poi superarla e contaminarla. Non manca neppure un pizzico di rock, il tocco di Edoardo ovviamente.

Medusa sta già pianificando il lancio?
Sì, la campagna promozionale sarà enorme, rivolta sia ai bambini che alle famiglie. Qualcosa di mai visto in Italia, paragonabile forse a quella di Pinocchio ma rivoluzionaria per gli sponsor coinvolti. Punteremo molto sui gadget.

Enzo D’Alò sostiene che “Totò Sapore” è nato dopo “Opopomoz”, ambientato a Napoli.
Sono al di fuori di queste polemiche. Conosco Enzo da molto tempo. Ho lavorato agli storyboard di La freccia azzurra e La gabbianella e il gatto. E’ un artista che apprezzo, ma da parte mia non c’è nessun tentativo di emulazione. Lo stesso vale per Lanterna Magica e Medusa. I nostri film sono molto diversi. Siamo concorrenti certo, ma leali. Mi auguro che a vincere sia il cinema italiano.

autore
11 Aprile 2003

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