Teatro, televisione e anche cinema. Giornalista, produttore, soggettista, regista, ma anche benefattore, ascoltatore di anime, scopritore di talenti, “donatore” di lavoro. E’ instancabile Maurizio Costanzo. Fa tutto lui. Ha lo show a scorrergli nelle vene. Per un programma chiuso dopo 22 anni di programmazione eccone tre materializzarsi al mattino (Tutte le mattine, La soap di Tutte le mattine e il Diario di Tutte le mattine), un impegno al pomeriggio (la regia del recital che Gino Paoli e Ornella Vanoni riportano dopo vent’anni nei teatri italiani a partire dal prossimo febbraio) e uno alla sera (ideatore e produttore di fiction televisive e di film per le sale cinematografiche).
La prima puntata della sua ultima creatura televisiva, Grandi domani, è andata in onda ieri sera alle 20.30 su Italia 1 portando a casa “l’eccellente risultato” (così è stato definito dallo stesso Costanzo e da Luca Tiraboschi, direttore di Italia 1) del 16,99% di share, pari a quasi quattro milioni e mezzo di telespettatori.
Creata sulla scia del successo del programma Amici di Maria De Filippi, insieme a Pietro Valsecchi, il re delle fiction Mediaset, la serie di 12 puntate (da due episodi ciascuna) andrà in onda dal prossimo mese di febbraio contro trasmissioni di successo come Scherzi a parte su Canale 5 e Sospetti su Raiuno.
Non ha paura Costanzo della spietata concorrenza?
No. Ho la sfida nel mio dna. E poi ho più volte ripetuto che guardare Grandi domani è una “prova di certificazione mentale”. Se anche i telespettatori adulti lo seguiranno, dimostreranno che il loro cervello è ancora giovane. Se poi non andrà bene soccomberemo ma con il vigore della gioventù dalla nostra parte.
E’ la stessa sfida che ha lanciato al suo pubblico con i film sulla vita del ballerino Kledi Kladiu e dei belloni Costantino e Daniele?
Ma lo sa che all’inizio il film sulla vita di Costantino e Daniele doveva chiamarsi proprio “I belloni”? Poi abbiamo optato per Troppo belli. E’ la storia vera di questi ragazzi e di come sono diventati veri e propri divi della tv. Al loro passaggio lasciano scie di urla e lacrime da parte di milioni di ragazzine. Non può immaginare quello che sta succedendo a Terni sul set del film.
Il film, scritto da Stefano Sudrié e diretto da Ugo Fabrizio Giordani, si ispira al Poveri ma belli di Dino Risi?
Non solo a quel film, ma a tutto un genere di commedia italiana degli anni ’50 e ’60. Sia chiaro: Troppo belli non è il remake di Poveri ma belli. Il film di Giordani si ispira alle vere vicende di Costantino e Daniele: cosa facevano prima di approdare in tv, come sono arrivati a tanto successo, qual è il loro segreto se ne hanno uno.
Vale lo stesso discorso per Passo a due, il film su Kledi Kadiu, il ballerino albanese scoperto dalle trasmissioni di sua moglie?
Anche per questo film diretto da Andrea Barzini e che ho scritto insieme a Teodosio Losito si tratta di riportare sullo schermo la vera vita del ballerino di Amici e di C’è posta per te. Kledi, che nel film si chiamerà Denis, dopo un inizio disastroso, conosce a un provino Tamara, una pr che lo aiuterà in cambio di particolari attenzioni. Certe cose non succedono solo alle ragazze. Ma quando c’è il vero talento non c’è bisogno di vendersi. Danis cioè Kledi, come tutti sanno, riuscirà a realizzare molti sogni.
Sembra una trasposizione dalla reality tv al cinema realista. Ha altri progetti del genere in cantiere?
Tanti. L’idea è quella di riportare al successo i celebri musicarelli, i film che hanno portato in auge giovani cantanti come Gianni Morandi e Albano.
Porterà al cinema anche Grandi domani?
Prima vediamo come va in tv. Per il momento abbiamo venduto la prima serie alla tv francese e stiamo preparando la seconda.
Poi un’incursione sul grande schermo?
Perché no! Io ho la sfida nel dna.
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