Al via la quinta edizione del Milano Design Film Festival dal 19 al 22 ottobre, organizzato da Antonella Dedini e Silvia Robertazzi con la curatela di Porzia Bergamasco, nel nuovo Anteo Palazzo del Cinema.
Il festival, patrocinato dal Ministero dei Beni Culturali e dal Comune di Milano, è alla sua quinta edizione e ha l’obiettivo, fin dall’inizio, di diffondere la continuità espressiva tra il mondo del design, dell’architettura e della creatività, proponendo nuovi linguaggi narrativi e film.
Il tema portante di questa edizione è Portraits of time. Ritratti del nostro tempo, cui è dedicata la kermesse degli oltre 60 film in programma.
Per quanto riguarda la sezione Cronotopia, Patricia Urquiola e ad Alberto Zontone dello studio di architettura Urquiola hanno indicato una selezione di titoli a cavallo tra storia, fantascienza e arte, tra cui alcuni film anteprima italiana: Magnificent Obsession: Frank Lloyd Wright’s Buildings and Legacy in Japan di Karen Severns, Koichi Mori, The Future di Miranda July, The Hotel di Kristian Petri, Don Quixote in a fragmented world di Violeta Barca-Fontana.
Il programma è suddiviso in sei sezioni che riportano in ciascun sottotitolo un’accezione di “tempo”, in riferimento al tema generale. Architecture. The sense of a building e Design. Past & Future raggruppano pellicole focalizzate sulle specifiche discipline e aree progettuali; Biography. Lifetime presenta i ritratti di personalità contemporanee e del passato approfondendo anche il genius loci di alcuni Paesi (Olanda e Israele) che quest’anno condividono il percorso del Festival. Italian Panorama in past and present mette l’accento sulle realtà storiche e contemporanee del nostro Paese, mentre Urban life. Everyday contemporary unisce i documentari che affrontano la vita nelle città. Infine Art of thinking. Examining time, cui fanno capo i titoli con un carattere più filosofico e universale.
Il festival si apre giovedì 19 ottobre alle 18.30, con l’anteprima italiana di The Happy Film di Hillman Curtis, Stefan Sagmeister, Ben Nabors, sul grafico austriaco Stefan Sagmeister e il suo lavoro di successo a New York. Mentre, tra le proiezioni in anteprima, è da segnalare Gillo Dorfles. In un bicchier d’acqua di Francesco Clerici, un cortometraggio sul grafico e critico d’arte Gillo Dorfles, ripreso nel suo appartamento di Milano, co-prodotto dal regista, dal Milano Design Film Festival e dal MIR Cinematografica.
Da segnalare la presenza di Elisa Fuksas, inclusa nel “Variety’s ten euro directors to watch” del 2013, che sarà al festival per presentare in anteprima il teaser del documentario di cui è regista dal titolo Love will save the world, ambientato all’interno del Centro Congressi di Roma, La Nuvola di Fuksas. A seguire, un’ampia selezione di film olandesi grazie al supporto del Consolato Generale dei Paesi Bassi di Milano e alcune opere israeliane, grazie al coinvolgimento della Jerusalem Design Week e un’ampia kermesse di film dedicati all’architettura e al design provenienti da tutto il mondo.
Tra gli altri, Big Time di Astrup Schröder sugli ultimi cinque anni di Bjarke Ingels, l’architetto danese definito dal Time una delle 100 persone più influenti del mondo. A seguire, la dedicata del festival al regista di documentari Heinz Emigholz, (grazie alla collaborazione con il Goethe-Institut Mailand) che racconterà al pubblico cosa significa Filmare l’architettura – titolo del workshop dell’Accademia di Architettura di Mendrisio che quest’anno ha avuto la sua guida.
Come da consuetudine, il Milano Design Film Festival celebra la collaborazione con numerose aziende italiane e internazionali, includendo nel programma un film o un cortometraggio che rappresenti ogni partner. Tra questi, il cortometraggio d’autore DeLightFul, curato da Simone Ciarmoli e Miguel Queda di CQS Studio in collaborazione con il Salone del Mobile di Milano per la regia di Matteo Garrone, alla sua seconda interpretazione del design italiano. Mentre l’azienda Falmec ha suggerito la proiezione del documentario Punto di non ritorno di Fisher Stevens (2016) prodotto da National Geographic: un puntiglioso resoconto guidato da Leonardo Di Caprio sulle drammatiche conseguenze causate dai mutamenti climatici.
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