“La scomparsa di Franco Zeffirelli lascia un grande vuoto nel mondo dello spettacolo e della cultura italiana e internazionale. Con il suo straordinario talento e la sua profonda sensibilità estetica, ha dato vita, nella sua lunga vita di artista, a grandi capolavori nel cinema e nell’opera. Spirito brillante e coinvolgente, ha accompagnato la sua arte con grande passione civile e amore per il suo Paese”. Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che si è recato domenica pomeriggio nella casa romana di Franco Zeffirelli per rendere omaggio alla salma del grande regista scomparso, intrattenendosi brevemente con i familiari.
“Franco Zeffirelli è stato uno degli esponenti fondamentali della cultura italiana nella seconda metà del 900. Con uno stile inconfondibile, un’estetica molto ricca, quasi barocca – dice il ministro per i Beni culturali Alberto Bonisoli – È passato senza soluzione di continuità dal cinema, al teatro, all’opera, alla televisione. Ricordo in particolare produzioni indimenticabili come Fratello sole, sorella luna e il Gesù di Nazareth, di grande innovazione per gli anni ‘70. Franco Zeffirelli riuscì anche ad essere un artista italiano capace di lavorare a livello internazionale, un esempio a cui il cinema italiano di oggi può far riferimento. La cultura piange oggi uno dei suoi figli più illuminati”.
“Profonda commozione per la scomparsa del maestro #FrancoZeffirelli. Ambasciatore italiano del cinema, dell’arte e della bellezza. Un grande regista, sceneggiatore, scenografo. Un grande uomo di cultura”. Lo scrive, in un tweet, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
“Una perdita enorme per il mondo del cinema e per la tutta la cultura italiana. La scomparsa del maestro Zeffirelli conclude la vita di un grande uomo che con la sua opera ha segnato, dal dopoguerra, la storia del teatro e della cinematografia italiana, ma lascia una importante eredità culturale che tutto il mondo ci invidia e che abbiamo il dovere e l’opportunità di valorizzare e tramandare”. Così Lucia Borgonzoni, sottosegretario al MiBAC con delega al Cinema,
“La scomparsa di Franco Zeffirelli rappresenta per la cultura italiana una dolorosa perdita”. Così, Carlo Fontana, presidente Agis-Associazione Generale Italiana dello Spettacolo, ricorda il grande regista. “Dall’opera lirica al cinema, passando per il teatro, Zeffirelli è diventato, nella sua lunga carriera, un’icona della cultura internazionale, grazie al suo stile elegante e raffinato. Una perdita ancor più dolorosa – continua Fontana – per chi, come il sottoscritto, ha avuto modo di lavorare con Zeffirelli nel corso della mia sovrintendenza alla Scala di Milano, teatro a cui il grande regista ha regalato produzioni che ancora oggi restano un imprescindibile punto di riferimento”.
“Zeffirelli, spirito libero. La sua attività ha attraversato e influenzato il Novecento, e trasferito nel tempo attuale un culto per la bellezza – nel cinema, nel teatro, nell’opera – che è inseparabile dall’essere italiani. Zeffirelli è stato un italiano, fiorentino, cittadino del mondo, innamorato di Roma”. Sono le parole di Francesco Rutelli, presidente dell’Anica.
“Ciao Maestro. E’ stato un onore averti conosciuto e aver condiviso con te il sogno del tuo Centro internazionale per le Arti dello Spettacolo a San Firenze”. Lo ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella, “Franco Zeffirelli ha sempre amato visceralmente la sua città, anche se da anni gli impegni lavorativi e la fama internazionale lo avevano portato altrove.E proprio qui, nell’ex tribunale di San Firenze, aveva fortemente voluto il Centro che raccoglie la sua eredità professionale, un centro dedicato all’immane materiale raccolto nei decenni di successi nel cinema, scenografia, teatro, lirica”. ” Zeffirelli – ha continuato Nardella – voleva che il centro diventasse anche un punto di riferimento per i giovani che vogliono intraprendere la strada dello spettacolo. Per questo, oltre al suo archivio, il centro accoglie un museo, una biblioteca, corsi di regia, sceneggiatura, scenografia, fotografia, costume, recitazione. Questo spazio è il coronamento di un sogno e un bellissimo regalo per la sua, la nostra città”.
Le associazioni dell’esercizio cinematografico Anec, Anem, Acec e Fice esprimono un grande ringraziamento al genio, al talento, alla vita spesa per il cinema, l’opera e il teatro del grande maestro fiorentino Franco Zeffirelli e ne piangono la scomparsa. Protagonista della cultura italiana, regista, scenografo di opere indimenticabili come Romeo e Giulietta, Fratello sole e sorella luna, Hamlet, Callas forever sono per citarne alcune, lascia un vuoto incolmabile nel panorama culturale del nostro paese. Insieme si stringono ai familiari esprimendo loro il più profondo cordoglio.
“E’ un’ingiustizia che Franco Zeffirelli non abbia mai vinto l’Oscar, ma è un’ingiustizia che fa parte del nostro mondo. Il mio premio lo condividerei con lui e gli direi ‘Benvenuto amore mio'”. Così, a Radio Capital, Lina Wertmüller – che riceverà l’Oscar alla carriera – ricorda Franco Zeffirelli. “Se ne è andato un grande amico – dice la regista – e la nostra amicizia è stata definita dal cinema. Franco mi ha dato la sua freschezza mentale, la sua grande filosofia, era un personaggio attento e vivace e ha portato la nostra arte in giro per il mondo e questa è una cosa importante”. “Zeffirelli, prosegue Wertmüller, è stato un autore di rottura e di continuità con l’arte italiana e ha fatto cose che non erano mai state fatte prima. L’interprete che associo a lui è Giancarlo Giannini. E’ stato più conosciuto all’estero che da noi – conclude – ma non saprei perché, ci sono dei misteri in Italia”.
“Franco è stato un maestro vero, allievo di un altro grande come Luchino Visconti di cui era aiuto regista insieme a Francesco Rosi. Franco ha insegnato a tutti, tra teatro, opera lirica e cinema, cosa fosse lo spettacolo – ha ricordato l’attore Massimo Ghini – Ma questo Paese lo ha spesso snobbato, alla complessità si preferiscono le semplificazioni. Mi ricordo, ad esempio, quando nel 2002, ero fra i presentatori ai David di Donatello, e non si trovava nessuno che volesse consegnargli il premio (un David speciale, ndr). Ho detto subito che l’avrei fatto io, con immenso piacere”. Zeffirelli “era uno dei più grandi maestri italiani del ‘900, riverito in tutto il mondo. Ho conosciuto a casa sua personaggi come Leonard Bernstein, Gregory Peck e Michael Jackson, era l’italiano più considerato e amato. Un traguardo che si era conquistato portando ovunque la sua arte. Vorrei che questo rimanesse più di tutto. Eppure in questo Paese, che produce solo invidia e rodimenti, una manica inutile di fantasmi lo guardava con sufficienza”.
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