Mastandrea, padre separato e nuovo povero


Per il suo Gli equilibristi, film drammatico ma non troppo che ha inaugurato il concorso di Orizzonti, Ivano De Matteo ha voluto come protagonista, accanto a Barbora Bobulova, l’amico da più di vent’anni Valerio Mastandrea, “con quella sua faccia un po’ da clown, capace di sorridere nel dramma, perché dietro i suoi modi spesso brillanti c’è una parte di sé drammatica”. Mastandrea è Giulio, una persona per bene, dalla tranquilla routine familiare: l’amore per i due figli, una moglie affettuosa, l’impiego modesto ma sicuro al Comune di Roma. Un’avventura extra coniugale, sul posto di lavoro, rompe questa armonia, Elena è ferita dal tradimento e la coppia va in crisi. Giulio è costretto a lasciare casa e scopre quanto sia dura la vita da separato. L’incertezza economica diventa l’assillo quotidiano e come tanti altri Giulio diventa un equilibrista della busta paga fino a sprofondare nella povertà pur di non privare la famiglia del necessario. “Oltre che un film sui nuovi poveri è anche sulla dignità di persone che nascondono ai loro familiari la loro precaria condizione, convinti di potercela fare comunque”, dice il regista. Anche Giulio cela ai propri cari le sue difficili condizioni di vita, scappa dai figli e dalla moglie per pudore.

 

Lo spunto del film, sceneggiato dal regista insieme alla compagna Valentina Ferlan, l’ha dato un articolo pubblicato nel 2007 da ‘l’Espresso’ sui nuovi poveri, su quelli che gli assistenti sociali chiamano ‘gli equilibristi’. “Non stiamo parlando di persone che sono disoccupate o che hanno perso il lavoro, la famiglia, ma dell’impoverimento di una parte del ceto medio, una piaga sociale. Un tempo negli anni ’70 si riusciva a vivere con uno stipendio da impiegato del Comune, pari a 1200 euro. Oggi – continua il regista – è invece evidente lo squilibrio tra il salario e le spese quotidiane. Come quelle che deve affrontare Giulio per le cure dentistiche del figlio piccolo o la breve vacanza della figlia”.

 

Secondo i dati Istat, ricorda De Matteo, l’11% delle famiglie vive in condizioni di povertà, e sotto i mille euro mensili si entra a far parte della fascia povera. “Il mio protagonista è troppo ‘ricco’ per ricevere un aiuto da parte dello Stato e troppo povero per permettersi un monolocale con quanto costano gli affitti”.

Avendo un retroterra da documentarista, De Matteo ha voluto incontrare i nuovi poveri alla Caritas, nelle macchine dove dormono. Scorrono così le immagini della mensa della Comunità di Sant’Egidio, con i suoi autentici e abituali frequentatori e il responsabile dei servizi per i senza dimora della comunità Tonino Sammarone. “Spero di fare cinema sociale, di dare voce a chi non ce l’ha, di raccontare fatti di cui si parla poco”.

 

Mastandrea, che presto vedremo ne Il comandante e la cicogna di Silvio Soldini e ne Padroni di casa (di cui è anche cosceneggiatore) di Edoardo Gabbriellini, ancora una volta è alle prese con un personaggio in bilico. “Ho fatto diversi personaggi tragicamente comici, raccontati con ironia o autoironici. Anche Giulio ne fa parte, e quando questa sua vena un po’ comica finisce, comincia la sua caduta libera”. L’attore romano spiega poi che l’episodio del tradimento è marginale per la frattura tra Giulio ed Elena. “Pesa il non detto, la loro è una coppia che deve rigenerarsi e il tradimento è quasi cercato dall’uomo per far esplodere una situazione che si trascina da tempo”.

Gli equilibristi, una coproduzione italo francese – Rodeo Drive e Babe Films – in collaborazione con Rai Cinema, esce in sala il 14 settembre con Medusa che quest’anno a Venezia è presente solo con un altro film fuori concorso, Shark 3D. Segno della crisi che sta attraversando? “Lo escludo, una coincidenza sfavorevole ci porta ad una presenza leggera della società alla Mostra del cinema rispetto ad altri anni” smentisce l’AD Giampaolo Letta. E intanto Venuto al mondo di Sergio Castellitto sarà in prima mondiale al festival di Toronto.

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