Un gruppo di giovani attori emergenti, un libro che è stato un caso editoriale (pubblicato gratis online, è stato scaricato 23.397 volte in 3 mesi, e poi è stato pubblicato da Rizzoli) e un argomento di grande attualità, su cui Paolo Virzì ha costruito il successo di Tutta la vita davanti. Dopo aver firmato la regia dei film campioni di incassi di Aldo, Giovanni e Giacomo, Massimo Venier torna sul grande schermo con Generazione mille euro, pellicola tratta dal romanzo omonimo di Antonio Incorvaia e Antonio Rimassa, per raccontare la vita e le difficoltà dei giovani precari. E per farlo sceglie Valentina Lodovini, Carolina Crescentini, Alessandro Tiberi e Francesca Inaudi, oltre che Paolo Villaggio. Scritto dal regista con Federica Pontremoli, il film è prodotto da Andrea Leone Films e Rai Cinema.
Quanto ci sarà del libro nel film?
Siamo rimasti fedeli praticamente solo al titolo, perché in realtà ci siamo soltanto ispirati alla storia di un gruppo di trentenni che lavorano e vivono insieme raccontata nel libro di Antonio Incorvaia e Antonio Rimassa. Per il resto la storia è molto diversa, abbiamo mantenuto poco del racconto originario.
Quale sarà il registro del film? Sarà una storia drammatica o divertente?
Generazione mille euro virerà sulla commedia. Mi piace molto cercare un equilibrio tra tanti registri: quello comico, quello sentimentale e quello sociale, che però vorrei restasse sullo sfondo con leggerezza. Vorrei raccontare momenti della nostra realtà ma senza la pretesa di fare affreschi sociali, svelare qualche verità o dare qualche risposta. Mi limito a mostrare la realtà quotidiana di una città come Milano, così come la vive chi ci abita.
Negli ultimi mesi il cinema ha parlato molto del precariato. Virzì ha avuto molto successo con Tutta la vita davanti. Si sta creando una sorta di filone?
Questo non sarà un film sul precariato, e penso che sarebbe triste se questo tema diventasse un genere letterario o cinematografico. Generazione mille euro è solo una storia leggera, ambientata in questi anni, di cui sono protagonisti ragazzi di trent’anni. Solo il fatto che il 99% dei giovani di questa età sia in condizioni lavorative precarie lo lega a un argomento di così scottante attualità. D’altronde Paolo Virzì ha già raccontato questo mondo benissimo, in modo grottesco, e non vorrei paragonarmi a un maestro come lui. Non gareggio nella stessa categoria.
Come ha scelto gli interpreti?
Li ho voluti perché rappresentano perfettamente la loro generazione. Sono ragazzi di trent’anni che conoscono questa realtà e sono capaci di renderla con leggerezza e spontaneità. Il protagonista è Alessandro Tiberi, un giovane attore già noto che può diventare una stella; il film racconterà vari aspetti della sua vita: il lavoro, i sentimenti, i desideri, le delusioni.
Quali sono i tempi di produzione? Quando vedremo il film in sala?
Abbiamo girato circa sette settimane a Milano più una a Barcellona, una città moderna, che rappresenta bene l’idea del cambiamento lavorativo. E poi in Spagna c’è una realtà lavorativa simile, tant’è che il termine “mileurista” è nato proprio lì. Il film dovrebbe essere pronto per uscire in sala, con 01, all’inizio del 2009.
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