VENEZIA – “Per una romana come me, fare una passeggiata da Mas è come andare a prendere un gelato: si va lì, si comprano i reggiseni a 50 centesimi e soprattutto si osserva la varia umanità che lo popola. Se chiudesse sarebbe come perdere un servizio sociale, visti i tanti anziani che lo frequentano come una seconda casa”. Lo dice Rä di Martino, artefice di uno dei casi di questa Mostra di Venezia: The Show MAS Go On, geniale ibrido di 30 minuti tra documentario, musical e mystery nato dall’allarme suscitato mesi fa all’annuncio della chiusura dei Magazzini Allo Statuto. Lo storico negozio di migliaia di metri quadri è stato concepito al centro di Roma (Piazza Vittorio) all’inizio del secolo scorso come un Lafayette capitolino, ma poi è diventato il cuore pulsante di un’umanità incredibilmente variopinta. Lo frequentano suore e drag queen, barboni e nobildonne, punkabbestia e badanti rumene, intellettuali e creativi, come i costumisti del cinema italiano che lo considerano una fonte preziosa e inesauribile di costumi di scena.
Il film, evento speciale delle Giornate degli Autori – non osserva “solo” l’incredibile popolo di Mas, ma offre un’interpretazione creativa dei suoi spazi e delle suggestioni che li abitano. E così ecco che la voce della proprietaria Chiara Pezone viene affidata al corpo e alla performance di Iaia Forte mentre racconta la storia dei Magazzini, comprati dal padre e poi sempre gestiti all’insegna della fruibilità del “popolino”. Ed ecco anche che d’improvviso si vira al bianco e nero, con Sandra Ceccarelli e Maya Sansa che mettono in scena tra gli scaffali un episodio di Ai confini della realtà. O ancora ecco che Filippo Timi sorge da una montagnola di pancere (che evoca la scenografia di Giorni felici di Beckett) e intona una canzone, scatenando il musical.
“Abbiamo deciso di girare questo film quando è stato dato l’annuncio della chiusura di Mas – ci ha spiegato la regista, videoartista che ha esposto ai quattro angoli del mondo – un evento che fortunatamente non si è ancora verificato e che renderebbe orfani tantissimi romani e non. All’inizio la proprietaria di Mas non voleva saperne e ci cacciava sempre: aveva poca fiducia nella tv e nei media perché spesso l’avevano maltrattata. Poi ci ha concesso l’intervista ma non voleva che la filmassimo, così abbiamo optato per il Verbatim, tecnica che si usa in teatro per agganciare un attore a una voce preesistente, e abbiamo usato gli amici Maya Sansa, Filippo Timi e Sandra Ceccarelli per divertirci a giocare con la memoria del cinema. Il frammento musical è stato dettato in modo molto naturale dal fatto che a Mas la musica è un elemento fondamentale: è onnipresente con i suoi ritmi tra trash, techno, folk e neomelodico”.
Con un formato di mezz’ora che lo rende un “lungo-corto” ma non un film – “ma le mia priorità erano la coerenza creativa e il ritmo, non la spendibilità”, spiega la di Martino – The Show MAS Go On è pronto per fare un giro di festival e di musei, rendendo onore al piccolo miracolo produttivo compiuto. All’origine del progetto ci sono la regista, l’agente Federica Illuminati e l’aiuto-regista Marcella Libonati, a cui si sono poi aggiunti – curiosamente – Gucci, Think/Cattleya, Snaporazverein e anche un bel gruppo di crowdfunder che ha messo insieme 9mila 600 euro, ben oltre gli 8mila che ci si era dati come obiettivo.
"Una pellicola schietta e a tratti brutale - si legge nella motivazione - che proietta lo spettatore in un dramma spesso ignorato: quello dei bambini soldato, derubati della propria infanzia e umanità"
"Non è assolutamente un mio pensiero che non ci si possa permettere in Italia due grandi Festival Internazionali come quelli di Venezia e di Roma. Anzi credo proprio che la moltiplicazione porti a un arricchimento. Ma è chiaro che una riflessione sulla valorizzazione e sulla diversa caratterizzazione degli appuntamenti cinematografici internazionali in Italia sia doverosa. È necessario fare sistema ed esprimere quali sono le necessità di settore al fine di valorizzare il cinema a livello internazionale"
“Non possiamo permetterci di far morire Venezia. E mi chiedo se possiamo davvero permetterci due grandi festival internazionali in Italia. Non ce l’ho con il Festival di Roma, a cui auguro ogni bene, ma una riflessione è d’obbligo”. Francesca Cima lancia la provocazione. L’occasione è il tradizionale dibattito organizzato dal Sncci alla Casa del Cinema. A metà strada tra la 71° Mostra, che si è conclusa da poche settimane, e il 9° Festival di Roma, che proprio lunedì prossimo annuncerà il suo programma all'Auditorium, gli addetti ai lavori lasciano trapelare un certo pessimismo. Stemperato solo dalla indubbia soddisfazione degli autori, da Francesco Munzi e Saverio Costanzo a Ivano De Matteo, che al Lido hanno trovato un ottimo trampolino
Una precisazione di Francesca Cima
I due registi tra i protagonisti della 71a Mostra che prenderanno parte al dibattito organizzato dai critici alla Casa del Cinema il 25 settembre