Poco conosciuta al di fuori dei confini spagnoli, Marta Belaustegui si presenta in Italia, con L’amore imperfetto di Giovanni Davide Maderna, nei panni di una giovane donna alle prese con una traumatica maternità.
Come ha affrontato questo ruolo?
Del personaggio apprezzo soprattutto la sua capacità di lottare fino alla morte dopo che ha preso una decisione importante. E la sua lotta ha che fare non solo con il bambino, ma anche con tutto il suo ambiente sociale. Nel suo conflitto contano anche le difficoltà economiche. Quando il marito ha dei problemi con un poliziotto lei non dubita mai della sua innocenza. In questo è una donna coraggiosa ma, purtroppo, senza molta fortuna.
Riesce a immaginare l’identità di questa donna al di fuori del momento difficile che vive nel film?
Credo che sia una donna ammirevole e coraggiosa. Una donna molto colta, che poteva avere molte possibilità, con la capacità di fare molto. Ma è stata limitata dalla vita difficile che ha vissuto.
Cosa è per lei l’imperfezione dell’amore?
Credo che ogni amore sia imperfetto perché c’è sempre il desiderio di ottenere la perfezione. In questo vedo il rapporto tra il miracolo e la realtà, tra ciò che è e ciò che si vorrebbe che fosse. Ogni amore è dominato dall’ansia di avere la passione per viverlo totalmente.
Come giudica il suo personaggio?
Bisogna rispettare i personaggi e il loro comportamento. Bisogna avere rispetto per il dolore. Non mi sono posta troppe domande. Ho soprattutto cercato di capire come si sarebbe comportata quella donna in quel momento. E le mie azioni sono quelle del mio personaggio.
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